Take my hand (ispirata a “Insensatez” di Antonio Carlos Jobim)









Antonio Carlos Jobim





Battono e levano, ormai nel sogno, 


i balzi del cuore 


un ritmo sincopato. 





Peso di foglia, di piuma, 


son nel muschio umido del ritiro 


parole ritrose. 





Irrorano semi celati 


anche all'occhio del cercatore 


più avido. 





Eppure le mani fremono; 


mani vissute, piccole, 


scorticate. 





Incapaci di trovare tasca, 


implorano il ritorno 


di ciò che mai fu 





E saltella, svolazza e plana 


su acque evanescenti 


l'anima di chi spera. 




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