Resh, Shin, Tav






Resh ר 






Sotto il patibolo della 


parola sdentata, 


Maestro, 


pure io ho seppellito la mia Leah. 







Sotto terra, il primo 


suono, color fuoco, 


in lingua nuova 


è grido 


di rinascita 


per chi resta solo 












Shin ש 





E non c'è pace, 


Maestro,


se non si abbassa


la palpebra


tra il falso e il vero.





Sui tre rami dell'albero


foglie e luce.


Dalla terra


nera


la radice, 


cieca,


ricava nutrimento. 


















Tav ת 





Dammi la mano, 


Maestro. 


Ho paura. 


L'accesso al monte è interdetto 


e ogni ciclo si conclude 


nel Silenzio.


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Commenti

  1. Il "patibolo della parola sdentata" di Resh è un'immagine molto forte . Grazie.

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  2. La ringrazio. È nell'inciampo della parola, nella balbuzie e nella coscienza dell'impossibilità di "dire il Tutto", che prende spazio, e sopratutto TEMPO, ogni comunicazione. Qualcosa deve pendere dal patibolo perché "l'altro" sia possibile e, sopratutto, dicibile.

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