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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Amore è Altro

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Foto di Sergio Daniele Donati Eppure incanta ancora lo scatto felino d'un tuo sguardo furtivo. E tace la voce -e il canto- del mio sterno guerriero se posi le ciglia sul diaspro della mia iride. Tu taciti, io taccio; parla per noi chi della parola trattiene  il segreto roco, e canta ininterrotto al mondo il suo gorgoglio profondo.

Amore è Altro

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Foto di Sergio Daniele Donati Eppure incanta ancora lo scatto felino d'un tuo sguardo furtivo. E tace la voce -e il canto- del mio sterno guerriero se posi le ciglia sul diaspro della mia iride. Tu taciti, io taccio; parla per noi chi della parola trattiene  il segreto roco, e canta ininterrotto al mondo il suo gorgoglio profondo.

Nel mito

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Foto di Sergio Daniele Donati Immergiamo nel mito,  a volte,  mani bambine. Cerchiamo  nelle marmellate  dei significati  mieli per le nostre  labbra.  Suoni mai sentiti  parlano alle nostre  orecchie pallide.  Ci meraviglia  lo spettacolo  dell'antico tempio  rinnovato nel sole,  tiepido.  Il luogo dal quale  non proveniamo  si copre dei nostri  passi di ritorno.  I muschi di Pan  odorano di metriche giambiche  e sogni fecondi.  Immergiamo nel mito,  a volte,  dita bambine.  Ci culla il canto  dell'aedo  e la lira d'ambra  del rapsodo  canta con voce di donna  ai nostri capelli d'argento.

Nel mito

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Foto di Sergio Daniele Donati Immergiamo nel mito,  a volte,  mani bambine. Cerchiamo  nelle marmellate  dei significati  mieli per le nostre  labbra.  Suoni mai sentiti  parlano alle nostre  orecchie pallide.  Ci meraviglia  lo spettacolo  dell'antico tempio  rinnovato nel sole,  tiepido.  Il luogo dal quale  non proveniamo  si copre dei nostri  passi di ritorno.  I muschi di Pan  odorano di metriche giambiche  e sogni fecondi.  Immergiamo nel mito,  a volte,  dita bambine.  Ci culla il canto  dell'aedo  e la lira d'ambra  del rapsodo  canta con voce di donna  ai nostri capelli d'argento.

Preparare la scrittura

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  Foto di Sergio Daniele Donati Ci si prepara a scrivere, a volte, secondo rituali antichi. Che scrivere è chiamare a sé, dal silenzio, suoni cristallini. Oppure, al contrario, dare armonia e melodie nascoste ai suoni gutturali e melmosi che provengono dalle proprie viscere.  La gestualità è importante, prima di scrivere. Predispone l'animo all'ascolto quasi maniacale di ciò che ancora non ha forma.  E così il foglio, le penne, gli inchiostri vengono scelti con gesto lento, molto prima di ciò che si vuole dire.  Chi scrive secondo queste ritualità è sempre anche un calligrafo, o un maestro del thé giapponese.  E non dimentica che la corporeità ha un peso nella scrittura.  È il contenitore che dà la forma ai pensieri (prima), al detto (poi).  Ci si prepara alla scrittura come l'amante prepara la casa per la sua amata e sceglie i migliori vini e i bicchieri di cristallo. Non per sedurla, ma perché Lei abbia a disposizione i migliori strumenti per sedurlo.  Ogni scrittura prof

Preparare la scrittura

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  Foto di Sergio Daniele Donati Ci si prepara a scrivere, a volte, secondo rituali antichi. Che scrivere è chiamare a sé, dal silenzio, suoni cristallini. Oppure, al contrario, dare armonia e melodie nascoste ai suoni gutturali e melmosi che provengono dalle proprie viscere.  La gestualità è importante, prima di scrivere. Predispone l'animo all'ascolto quasi maniacale di ciò che ancora non ha forma.  E così il foglio, le penne, gli inchiostri vengono scelti con gesto lento, molto prima di ciò che si vuole dire.  Chi scrive secondo queste ritualità è sempre anche un calligrafo, o un maestro del thé giapponese.  E non dimentica che la corporeità ha un peso nella scrittura.  È il contenitore che dà la forma ai pensieri (prima), al detto (poi).  Ci si prepara alla scrittura come l'amante prepara la casa per la sua amata e sceglie i migliori vini e i bicchieri di cristallo. Non per sedurla, ma perché Lei abbia a disposizione i migliori strumenti per sedurlo.  Ogni scrittura prof

I sogni di Mordechai (cap. 1-13)

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Foto di Sergio Daniele Donati 01 Incipit  Mordechai uscì dalla sinagoga con un malessere di fondo. Parashà e Haftarot questa volta non erano riuscite a sollevarlo da terra. E quel grido, quello strazio, era come un tocco di campane d'inquisizione nelle sue orecchie Camminava, col cuore in affanno, e a nulla valevano le parole che il Rebbe gli aveva rivolto all'uscita. "Le cose tornano, Mordechai. Magari trasformate, ma tornano. Sempre". L'aveva guardato a lungo, senza parlare. Poi era andato via. Come può tornare ciò che mai è arrivato? E che cosa poteva mai capire un uomo di novant'anni degli affanni di un giovane.  Mise le mani in tasca e ci trovò il solito sassolino. Lo strinse, come sempre, e si sedette sul marciapiede. La gente passava indifferente, le ore passavano indifferenti, i ricordi passavano... differenti. Si tingevano di colori diafani, tonalità mai viste, di spiegazioni mai pensate. Mordechai chiuse gli occhi. I suoni del villaggio sembravano lo

I sogni di Mordechai (cap. 1-13)

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Foto di Sergio Daniele Donati 01 Incipit  Mordechai uscì dalla sinagoga con un malessere di fondo. Parashà e Haftarot questa volta non erano riuscite a sollevarlo da terra. E quel grido, quello strazio, era come un tocco di campane d'inquisizione nelle sue orecchie Camminava, col cuore in affanno, e a nulla valevano le parole che il Rebbe gli aveva rivolto all'uscita. "Le cose tornano, Mordechai. Magari trasformate, ma tornano. Sempre". L'aveva guardato a lungo, senza parlare. Poi era andato via. Come può tornare ciò che mai è arrivato? E che cosa poteva mai capire un uomo di novant'anni degli affanni di un giovane.  Mise le mani in tasca e ci trovò il solito sassolino. Lo strinse, come sempre, e si sedette sul marciapiede. La gente passava indifferente, le ore passavano indifferenti, i ricordi passavano... differenti. Si tingevano di colori diafani, tonalità mai viste, di spiegazioni mai pensate. Mordechai chiuse gli occhi. I suoni del villaggio sembravano lo