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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 08 - Fedro, chi sei? (PARTE PRIMA - PREMESSA)

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  di Sergio Daniele Donati "Che fai, Sergio, ci provi ancora ad evocare quella voce? Eppure lo sai cosa significa richiamarla, e quali venti gelidi sollevi il suo nome. Perché lo fai?" Già, perché lo faccio? Non certo per togliere ogni dubbio sul fatto che il Fedro che dà il nome a questo litblog non sia lo scrittore latino (per qualche notizia cliccare  qui ), né il personaggio tanto caro del celebre dialogo di Platone (qualche notizia su dialogo potrete trovare  qui ), ma la voce evanescente del romanzo "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Robert Pirsig (notizie bio-bibliografiche sull'autore) .  Non si evocano certe presenze solo per toglier dubbi agli altri. Robert Pirsig Come sia strutturato il testo del romanzo lo sappiamo tutti (è stato romanzo di formazione per tanti di noi).  Il protagonista percorre sulla sua motocicletta le profonde realtà degli Stati Uniti in compagnia di suo figlio preadolescente Chris e di due amici.  I lu

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 08 - Fedro, chi sei? (PARTE PRIMA - PREMESSA)

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  A cura di Sergio Daniele Donati "Che fai, Sergio, ci provi ancora ad evocare quella voce? Eppure lo sai cosa significa richiamarla, e quali venti gelidi sollevi il suo nome. Perché lo fai?" Già, perché lo faccio? Non certo per togliere ogni dubbio sul fatto che il Fedro che dà il nome a questo litblog non sia lo scrittore latino (per qualche notizia cliccare  qui ), né il personaggio tanto caro del celebre dialogo di Platone (qualche notizia su dialogo potrete trovare  qui ), ma la voce evanescente del romanzo "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Robert Pirsig (notizie bio-bibliografiche sull'autore) .  Non si evocano certe presenze solo per toglier dubbi agli altri. Robert Pirsig Come sia strutturato il testo del romanzo lo sappiamo tutti (è stato romanzo di formazione per tanti di noi).  Il protagonista percorre sulla sua motocicletta le profonde realtà degli Stati Uniti in compagnia di suo figlio preadolescente Chris e di due amici

(Redazione) - Breve nota di lettura su alcune poesie di Emanuela Mannino

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La poesia di Emanuela Mannino è poesia della trasformazione (anelata a volte, raggiunta altre) attraverso la via della delicatezza. Il dire della poetessa non è mai acerbo, né tantomeno duro, nemmeno nella descrizione di moti di paura e pianto, quasi ad indicarci sempre all'interno dei movimenti dell'anima un percorso, una via possibile. I versi di Emanuela Mannino sono spesso brevi ma sempre legati, senza salti, con concatenazioni linguistiche e di significato sempre ricche per chi sa abbandonarsi prima al suono della parola che alla ricerca del significato veicolato.  Siamo di fronte a una brevità che disvela l'altro, il non detto, come solo la poesia densa di qualità sa fare.  Nelle poesie tratte dalla silloge " Eppure " (CONTROLUNA ED., 2022), che qui si propongono assieme a tre inediti di Emanuela Mannino, è evidente la capacità simbolica e di uso di elementi naturali per descrivere il sè profondo (in Paura ad esempio troviamo acque, sabbie, piogge che chiama

(Redazione) - Breve nota di lettura su alcune poesie di Emanuela Mannino

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La poesia di Emanuela Mannino è poesia della trasformazione (anelata a volte, raggiunta altre) attraverso la via della delicatezza. Il dire della poetessa non è mai acerbo, né tantomeno duro, nemmeno nella descrizione di moti di paura e pianto, quasi ad indicarci sempre all'interno dei movimenti dell'anima un percorso, una via possibile. I versi di Emanuela Mannino sono spesso brevi ma sempre legati, senza salti, con concatenazioni linguistiche e di significato sempre ricche per chi sa abbandonarsi prima al suono della parola che alla ricerca del significato veicolato.  Siamo di fronte a una brevità che disvela l'altro, il non detto, come solo la poesia densa di qualità sa fare.  Nelle poesie tratte dalla silloge " Eppure " (CONTROLUNA ED., 2022), che qui si propongono assieme a tre inediti di Emanuela Mannino, è evidente la capacità simbolica e di uso di elementi naturali per descrivere il sè profondo (in Paura ad esempio troviamo acque, sabbie, piogge che chiama

(Redazione) - Breve nota di lettura su alcune poesie di Emanuela Mannino

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La poesia di Emanuela Mannino è poesia della trasformazione (anelata a volte, raggiunta altre) attraverso la via della delicatezza. Il dire della poetessa non è mai acerbo, né tantomeno duro, nemmeno nella descrizione di moti di paura e pianto, quasi ad indicarci sempre all'interno dei movimenti dell'anima un percorso, una via possibile. I versi di Emanuela Mannino sono spesso brevi ma sempre legati, senza salti, con concatenazioni linguistiche e di significato sempre ricche per chi sa abbandonarsi prima al suono della parola che alla ricerca del significato veicolato.  Siamo di fronte a una brevità che disvela l'altro, il non detto, come solo la poesia densa di qualità sa fare.  Nelle poesie tratte dalla silloge " Eppure " (CONTROLUNA ED., 2022), che qui si propongono assieme a tre inediti di Emanuela Mannino, è evidente la capacità simbolica e di uso di elementi naturali per descrivere il sè profondo (in Paura ad esempio troviamo acque, sabbie, piogge che chiama

(Redazione) - Su "Il Petrarca nel III Millennio" - Divergenze ed., 2020 di Valentina Bandiera

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  Per chi ama Francesco Petrarca e la sua descrizione dell'umano il testo di Valentina Bandiera rappresenta una lettura originale e immancabile, non perché su Petrarca non sia siano spesi fiumi d'inchiostro da parte della miglior critica - ne è cosciente l'autrice stessa che in prefazione dichiara il disagio che coglie chi, scrivendo su Petrarca, si deve confrontare coi grandi della critica letteraria italiana e internazionale - ma perché è un testo capace di trasportare il lettore (dal più preparato al meno esperto di letteratura petrarchesca) nella conoscenza di elementi che ai più sfuggono. E soprattutto è un testo capace di mettere in relazione la produzione petrarchesca coi la contemporaneità dei nostri vissuti, non solo poetici.  L'autrice parte dal Secretum   - de secreto conflictu curarum meum -  e dall'analisi della sua struttura dialogica atta, secondo l'autrice, meglio di altre di svelare le ansie interiori del grande poeta aretino.  È molto intere

Un dittico "giapponese" (di Sergio Daniele Donati)

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  Foto di Man Ray Ki-Ai (1) Al tempo delle miriadi  di formiche mirabolanti, un solo grido stirava la propria voce attendendo che la nenia antica trasformasse il proprio ritmo in fragore cristallino. Ero là, pronto ad essere gettato  contro il muro dell'illusione, come proiettile.  Fu allora che innalzai la mia volontà  fino a toccare il non desiderio. Poi fui sparato. Altri mi hanno dato un nome, il cui suono soffusamente potente è Kiai _______ La vita che mi diedi  (in morte del Maestro) Nato da una voce non ancora sopita,  il vento mi scuote come ulivo dalle mie incertezze - cadono in reti verdi a terra, pronte per la raccolta - Poi, come sempre il Silenzio  mi guida verso il Silenzio. Questa la vita che mi diedi in morte del Maestro. (2) SERGIO DANIELE DONATI INEDITI 2006 NOTE (1) - Il Kiai è il suono che nelle arti marziali si emette prima di portare un colpo (atemi), o durante la sua esecuzione o subito dopo la conclusione della tecnica. La parola Kiai è composta da due pa

Un dittico "giapponese" (di Sergio Daniele Donati)

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  Foto di Man Ray Ki-Ai (1) Al tempo delle miriadi  di formiche mirabolanti, un solo grido stirava la propria voce attendendo che la nenia antica trasformasse il proprio ritmo in fragore cristallino. Ero là, pronto ad essere gettato  contro il muro dell'illusione, come proiettile.  Fu allora che innalzai la mia volontà  fino a toccare il non desiderio. Poi fui sparato. Altri mi hanno dato un nome, il cui suono soffusamente potente è Kiai _______ La vita che mi diedi  (in morte del Maestro) Nato da una voce non ancora sopita,  il vento mi scuote come ulivo dalle mie incertezze - cadono in reti verdi a terra, pronte per la raccolta - Poi, come sempre il Silenzio  mi guida verso il Silenzio. Questa la vita che mi diedi in morte del Maestro. (2) SERGIO DANIELE DONATI INEDITI 2006 NOTE (1) - Il Kiai è il suono che nelle arti marziali si emette prima di portare un colpo (atemi), o durante la sua esecuzione o subito dopo la conclusione della tecnica. La parola Kiai è composta da due pa

Timidezze; ai miei occhi

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Se sapessi scrivere come i trovadori  o come i poeti che furon detti dal dolce stil novo ti parlerei anch'io d'uno spirito soave che il tuo dire ritroso risveglia,  e di sospiri che all'anima mia, che mai s'allinea a detti potenti, causa l'inciampo della tua parola.  Ma io son della stirpe  del liberatore balbuziente, di colui il cui palato, pur oscurato da pietre aguzze, si riempì di parola Alta e Altra. Si spezzarono allora le catene, non del limite, no, ma quelle che rendon cieco chi non sa osservare, mentre la percorre, la bellezza del crinale, della lama del coltello.

Timidezze; ai miei occhi

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Se sapessi scrivere come i trovadori  o come i poeti che furon detti dal dolce stil novo ti parlerei anch'io d'uno spirito soave che il tuo dire ritroso risveglia,  e di sospiri che all'anima mia, che mai s'allinea a detti potenti, causa l'inciampo della tua parola.  Ma io son della stirpe  del liberatore balbuziente, di colui il cui palato, pur oscurato da pietre aguzze, si riempì di parola Alta e Altra. Si spezzarono allora le catene, non del limite, no, ma quelle che rendon cieco chi non sa osservare, mentre la percorre, la bellezza del crinale, della lama del coltello.

Timidezze; ai miei occhi

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Se sapessi scrivere come i trovadori  o come i poeti che furon detti dal dolce stil novo ti parlerei anch'io d'uno spirito soave che il tuo dire ritroso risveglia,  e di sospiri che all'anima mia, che mai s'allinea a detti potenti, causa l'inciampo della tua parola.  Ma io son della stirpe  del liberatore balbuziente, di colui il cui palato, pur oscurato da pietre aguzze, si riempì di parola Alta e Altra. Si spezzarono allora le catene, non del limite, no, ma quelle che rendon cieco chi non sa osservare, mentre la percorre, la bellezza del crinale, della lama del coltello.

Ascolta

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Ascolta il respiro lento del mondo, il brontolio d'orso,  e il canto della lucciola. E, se un nome devi ripetere, non sia il tuo ma quello senza suono del ritiro dei ghiacciai. Allora ti dirai, forse, poeta, ma nessuno saprà, finalmente, del tuo talento di latta. Foto e testo di Sergio Daniele Donati Inedito 2022

Ascolta

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Ascolta il respiro lento del mondo, il brontolio d'orso,  e il canto della lucciola. E, se un nome devi ripetere, non sia il tuo ma quello senza suono del ritiro dei ghiacciai. Allora ti dirai, forse, poeta, ma nessuno saprà, finalmente, del tuo talento di latta. Foto e testo di Sergio Daniele Donati Inedito 2022

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Ascolta il respiro lento del mondo, il brontolio d'orso,  e il canto della lucciola. E, se un nome devi ripetere, non sia il tuo ma quello senza suono del ritiro dei ghiacciai. Allora ti dirai, forse, poeta, ma nessuno saprà, finalmente, del tuo talento di latta. Foto e testo di Sergio Daniele Donati Inedito 2022

( Redazione ) - Breve nota di lettura alla silloge "Nutrica” di Daìta Martinez (LietoColle Edizioni, 2019)

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  Leggere Nutrica di Daìta Martinez è in primis accettare un gioco di spoliazione della parola o, forse, un ritorno all'elemento ludico e sonoro della stessa, in cui la ricerca del significato è sempre sottesa ma, al primo approccio, lasciata sospesa.  Nutrica è la neonata ma anche il seno che nutre e così già dal titolo ci troviamo di fronte ad un famoso lacaniano dilemma. Quello su cui si fonda, secondo il grande pensatore francese, l'ambivalenza col materno per il neonato.  " questo latte, questo seno, che dà nutrimento, da cui dipende il neonato, è anche l'elemento su cui si fonda la dipendenza del neonato stesso e la sua sopravvivenza, il suo punto di debolezza; debolezza che si trasforma presto in ambivalenza del rapporto".  Già dal titolo dunque la poetessa sembra dirci del suo rapporto con la parola, della quale siamo tutti dipendenti,  perché ci creiamo attorno al linguaggio, ma dalla quale, inutile negarselo, tentiamo ugualmente tutti manovre, spesso poc

Due poeti allo specchio (Arianna Bonino e Sergio Daniele Donati)

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Con nomi di fiori puoi chiamarmi e di animali leggeri e inquieti. E nei blu - ma almeno sette - trovar traccia di me della mia tempesta. L’ultimo sorso rosso del giorno - quello dei pensieri - sul fondo schiude labbra che sogni nel mio viso. E sai che il fieno sa di quel che puoi fiutare nell’ombra delle mani che sui tuoi occhi lascio il tempo che indovini chi io sia. Se tocchi foglie strane di piante d’acqua e ruvide cortecce puoi dire che hanno l’aria di me quando cammino all’ombra. Ma è il cerchio che si apre sullo stagno e poi svanisce l’abbaglio della luna che svirgola la schiena alla faina e la spirale vuota di conchiglia l’ombra che assomiglia a quel che sono. Tu non dirmi di petali e colori le tele lascia bianche bevi e non sognare che il fieno stia nei campi e se nuoti nuota senza dire. Lo spazio tra le cose la pelle della frutta le note cancellate mentre scrivi la macchia della nuvola sul muro: se quelle sono cose che non sai è a loro che il mio nome devi dare..

Due poeti allo specchio (Arianna Bonino e Sergio Daniele Donati)

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Con nomi di fiori puoi chiamarmi e di animali leggeri e inquieti. E nei blu, - ma almeno sette - trovar traccia di me, della mia tempesta. L’ultimo sorso rosso del giorno - quello dei pensieri - sul fondo schiude labbra che sogni nel mio viso. E sai che il fieno sa di quel che puoi fiutare nell’ombra delle mani che sui tuoi occhi lascio il tempo che indovini chi io sia. Se tocchi foglie strane di piante d’acqua e ruvide cortecce puoi dire che hanno l’aria di me quando cammino all’ombra. Ma è il cerchio che si apre sullo stagno e poi svanisce, l’abbaglio della luna che svirgola la schiena alla faina e la spirale vuota di conchiglia l’ombra che assomiglia a quel che sono: tu non dirmi di petali e colori, le tele lascia bianche bevi e non sognare, che il fieno stia nei campi e se nuoti, nuota senza dire. Lo spazio tra le cose la pelle della frutta le note cancellate mentre scrivi la macchia della nuvola sul muro, se quelle sono cose che non sai e a loro che il mio nome devi dare.