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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 10 - Nota di lettura alla silloge "Nuda" di Doris Bellomusto (Giuliano Ladolfi Editore, 2022)

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di Sergio Daniele  Donati Cosa sia la nudità lo sa la vita , che ai suoi esordi sempre senza veli si presenta. Lo sa l'essere umano che in quel lemma così breve mette ogni sua fragilità ed esigenza di ritorno alla sorgente di un dire non filtrato. E lo sa il poeta che, in tanto si sente attraversato da fenomeni più grandi di lui e costretto da limiti creativi, in quanto riesce a trasformare i suoni provenienti dalla sua balbuzie nel valore comunicativo di un inciampo prezioso.  Quando un poeta dichiara la propria nudità davanti al mondo, tutto il creato sensibile dovrebbe vivere un attimo di sospensione, denso di ascolto profondo, perché tale dichiarazione ha valore universale e riguarda la condizione esistenziale dell'uomo. Cosa sia la nudità sa sicuramente Doris Bellomusto , poeta che è stata capace di mettere nella sua silloge Nuda (Giuliano Ladolfi Editore, 2022)  ogni delicato passaggio che la descrizione di un essere umano privo di filtri necessita. La scrittura della p

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 10 - Nota di lettura alla silloge "Nuda" di Doris Bellomusto (Giuliano Ladolfi Editore, 2022)

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A cura di Sergio Daniele  Donati Cosa sia la nudità lo sa la vita , che ai suoi esordi sempre senza veli si presenta. Lo sa l'essere umano che in quel lemma così breve mette ogni sua fragilità ed esigenza di ritorno alla sorgente di un dire non filtrato. E lo sa il poeta che, in tanto si sente attraversato da fenomeni più grandi di lui e costretto da limiti creativi, in quanto riesce a trasformare i suoni provenienti dalla sua balbuzie nel valore comunicativo di un inciampo prezioso.  Quando un poeta dichiara la propria nudità davanti al mondo, tutto il creato sensibile dovrebbe vivere un attimo di sospensione, denso di ascolto profondo, perché tale dichiarazione ha valore universale e riguarda la condizione esistenziale dell'uomo. Cosa sia la nudità sa sicuramente Doris Bellomusto , poeta che è stata capace di mettere nella sua silloge Nuda (Giuliano Ladolfi Editore, 2022)  ogni delicato passaggio che la descrizione di un essere umano privo di filtri necessita. La scrittura

Una voce barbara

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Per anni una voce barbara - una voce roca e sgraziata figlia d'un grido  di sdegno al mondo - ha abitato le rubie regioni  del mio pericardio. Cercava l'attacco al sovrano - la distruzione del nome  custodito nei miei ventricoli. È bastata una sola parola del sovrano - il monito che piega il corpo e spezza il respiro - a polverizzare quella voce gridata senza controllo; di lontano. Il sovrano tace per eoni e ascolta e cerca radici sacre nei più gravi sacrilegi; il sovrano vuole assoluzione ma,  se non è possibile, la sua parola unica piega il corpo, spezza il respiro e allontana per sempre.  Perché nulla può avvicinarsi, se non degno, al nome custodito  nel ventricolo più celato.

Una voce barbara

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Per anni una voce barbara - una voce roca e sgraziata figlia d'un grido  di sdegno al mondo - ha abitato le rubie regioni  del mio pericardio. Cercava l'attacco al sovrano - la distruzione del nome  custodito nei miei ventricoli. È bastata una sola parola del sovrano - il monito che piega il corpo e spezza il respiro - a polverizzare quella voce gridata senza controllo; di lontano. Il sovrano tace per eoni e ascolta e cerca radici sacre nei più gravi sacrilegi; il sovrano vuole assoluzione ma,  se non è possibile, la sua parola unica piega il corpo, spezza il respiro e allontana per sempre.  Perché nulla può avvicinarsi, se non degno, al nome custodito  nel ventricolo più celato.

Una voce barbara

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Per anni una voce barbara - una voce roca e sgraziata figlia d'un grido  di sdegno al mondo - ha abitato le rubie regioni  del mio pericardio. Cercava l'attacco al sovrano - la distruzione del nome  custodito nei miei ventricoli. È bastata una sola parola del sovrano - il monito che piega il corpo e spezza il respiro - a polverizzare quella voce gridata senza controllo; di lontano. Il sovrano tace per eoni e ascolta e cerca radici sacre nei più gravi sacrilegi; il sovrano vuole assoluzione ma,  se non è possibile, la sua parola unica piega il corpo, spezza il respiro e allontana per sempre.  Perché nulla può avvicinarsi, se non degno, al nome custodito  nel ventricolo più celato.

(Redazione) - Dissolvenze - 09 - Ma il nome di loro vivrà per sempre

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di Arianna Bonino (1) Da ventotto anni, ogni estate che viene e precisamente nel mese di luglio, lo trovo con le dita, più che con gl i occhi: questo libro è nel secondo ripiano della libreria, di fronte alla porta-finestra che per prima si illumina ogni mattina all’alba. L’ho messo ventotto anni fa tra alcuni volumi di poesia: è lì il suo posto, anche se non è una silloge, non è una raccolta di liriche, non è un poema, non è un volume di sonetti o un’ode. Non è nemmeno un breviario di preghiere e invocazioni. Men che meno un romanzo o un’opera teatrale. Non ci sono personaggi in questo libro, anche se ci sono molte figure e tanti nomi. Ci sono sessantadue fotografie proprio all’inizio, subito. Intendo dire che è l’unico libro che io conosca che è fatto così: non c’è niente prima delle fotografie, che infatti compaiono all’istante, appena si apre, senza una prima di copertina con il nome degli autori e il titolo. E le controcopertine sono sgombre, non c’è scritto niente di niente, nemm

(Redazione) - Dissolvenze - 09 - Ma il nome di loro vivrà per sempre

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A cura di Arianna Bonino (1) Da ventotto anni, ogni estate che viene e precisamente nel mese di luglio, lo trovo con le dita, più che con gl i occhi: questo libro è nel secondo ripiano della libreria, di fronte alla porta-finestra che per prima si illumina ogni mattina all’alba. L’ho messo ventotto anni fa tra alcuni volumi di poesia: è lì il suo posto, anche se non è una silloge, non è una raccolta di liriche, non è un poema, non è un volume di sonetti o un’ode. Non è nemmeno un breviario di preghiere e invocazioni. Men che meno un romanzo o un’opera teatrale. Non ci sono personaggi in questo libro, anche se ci sono molte figure e tanti nomi. Ci sono sessantadue fotografie proprio all’inizio, subito. Intendo dire che è l’unico libro che io conosca che è fatto così: non c’è niente prima delle fotografie, che infatti compaiono all’istante, appena si apre, senza una prima di copertina con il nome degli autori e il titolo. E le controcopertine sono sgombre, non c’è scritto niente di nient

(Redazione) - Dissolvenze - 09 - Ma il nome di loro vivrà per sempre

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A cura di Arianna Bonino (1) Da ventotto anni, ogni estate che viene e precisamente nel mese di luglio, lo trovo con le dita, più che con gl i occhi: questo libro è nel secondo ripiano della libreria, di fronte alla porta-finestra che per prima si illumina ogni mattina all’alba. L’ho messo ventotto anni fa tra alcuni volumi di poesia: è lì il suo posto, anche se non è una silloge, non è una raccolta di liriche, non è un poema, non è un volume di sonetti o un’ode. Non è nemmeno un breviario di preghiere e invocazioni. Men che meno un romanzo o un’opera teatrale. Non ci sono personaggi in questo libro, anche se ci sono molte figure e tanti nomi. Ci sono sessantadue fotografie proprio all’inizio, subito. Intendo dire che è l’unico libro che io conosca che è fatto così: non c’è niente prima delle fotografie, che infatti compaiono all’istante, appena si apre, senza una prima di copertina con il nome degli autori e il titolo. E le controcopertine sono sgombre, non c’è scritto niente di nient

Quattro inediti di Annamaria Scopa

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Da bambina avrò cura di me colmerò quel diaframma sciancato dei giorni felici questo essere tana e nido d'aria Mi crescerò da dentro Ho sognato nell'enorme spazio del mondo un albero solo un alfabeto di rami il punto in cui si spezzano quando sono stanchi d'esistere (Inedito 2019) ____ Sapessi rendere al cielo l'Indugiare del tempo tra infinite lunazioni di me starei dentro gli occhi delle rose_ Sono morta mille volte & resto Ho svuotato la casa La vita in cui cado: una poesia un aranceto un dipinto di Gauguin La felicità devi crederlo forse siede sotto un pruno selvatico al limitare del bosco Il mare d'inverno ha un presagio come la parte migliore di te. (Inedito 2018) ____ Non so parlare di me resto fuori cinque porte per questo dentro piego suoni sulla Via Lattea mollichine di pane non mi troverai Ti dico non chiamarmi senza coraggio Non mi lascio mai addormentare facilmente Quanto pesa il cuore lo misuro ad alberi La distanza prima de

Quattro inediti di Annamaria Scopa

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Da bambina avrò cura di me colmerò quel diaframma sciancato dei giorni felici questo essere tana e nido d'aria Mi crescerò da dentro Ho sognato nell'enorme spazio del mondo un albero solo un alfabeto di rami il punto in cui si spezzano quando sono stanchi d'esistere (Inedito 2019) ____ Sapessi rendere al cielo l'Indugiare del tempo tra infinite lunazioni di me starei dentro gli occhi delle rose_ Sono morta mille volte & resto Ho svuotato la casa La vita in cui cado: una poesia un aranceto un dipinto di Gauguin La felicità devi crederlo forse siede sotto un pruno selvatico al limitare del bosco Il mare d'inverno ha un presagio come la parte migliore di te. (Inedito 2018) ____ Non so parlare di me resto fuori cinque porte per questo dentro piego suoni sulla Via Lattea mollichine di pane non mi troverai Ti dico non chiamarmi senza coraggio Non mi lascio mai addormentare facilmente Quanto pesa il cuore lo misuro ad alberi La distanza prima delle parole mi e

Quattro inediti di Annamaria Scopa

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Da bambina avrò cura di me colmerò quel diaframma sciancato dei giorni felici questo essere tana e nido d'aria Mi crescerò da dentro Ho sognato nell'enorme spazio del mondo un albero solo un alfabeto di rami il punto in cui si spezzano quando sono stanchi d'esistere (Inedito 2019) ____ Sapessi rendere al cielo l'Indugiare del tempo tra infinite lunazioni di me starei dentro gli occhi delle rose_ Sono morta mille volte & resto Ho svuotato la casa La vita in cui cado: una poesia un aranceto un dipinto di Gauguin La felicità devi crederlo forse siede sotto un pruno selvatico al limitare del bosco Il mare d'inverno ha un presagio come la parte migliore di te. (Inedito 2018) ____ Non so parlare di me resto fuori cinque porte per questo dentro piego suoni sulla Via Lattea mollichine di pane non mi troverai Ti dico non chiamarmi senza coraggio Non mi lascio mai addormentare facilmente Quanto pesa il cuore lo misuro ad alberi La distanza prima delle

Poesie brevi #1

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Sussurro Aspetta; dillo più piano, che sia un sussurro il tuo parlare della fine. Sull'autobus voci di foglia sullo sfondo e i ricordi tamburi Velo Colsi del velo non lo strappo, ma la carezza. Apnea Un'apnea è l'albero a camme dei nostri respiri e del grido feroce d'ogni speranza Volo Volo radente; sul piano del desiderio plano assente. Alisei (...) e m'incanta nella veglia il sussurro degli alisei nella lingua fatata del sogno Velati Velati lo sguardo, che canti il tuo corpo il canto dell'infinito. Fortune E dirsi fortunato - nella penombra - per l'assenza di abbaglio. Incatenati È un gran talento - e un po' fortuna - dirsi incatenati e in attesa della Luna. Sogno Il sogno, dici, è l'entrata nel mondo dell'Altrove. Io invece credo ne sia l'uscita. Sull'autobus (2) Tengo per me solo - non detta e feconda - una benedizione alla vita. Sorgente La sorgente della parola si cela dietro il primo passo d'un bambino, nel parco dei sogni. Mai