(Redazione) Riflessioni, non recensioni - 10 - DOGMA (1999) - Riflessione sulle buone idee contro ogni dogma

di Stefania Lombardi



Interpreti e personaggi:
Ben Affleck: Bartleby / Barry
Matt Damon: Loki / Larry
Linda Fiorentino: Bethany Sloane
Jason Mewes: Jay
Chris Rock: Rufus
Alan Rickman: Metatron
Jason Lee: Azrael
Salma Hayek: Serendipity
Kevin Smith: Silent Bob
Janeane Garofalo: Liz
George Carlin: cardinale Ignatius Glick
Alanis Morissette: Dio



«Benché dopo 10 minuti diventi evidente, View Askew dichiara che questo film è, dall'inizio alla fine, una commedia surreale che non va presa sul serio.
Insistere sul fatto che quanto segue sia incendiario o provocatorio significa fraintendere le nostre intenzioni ed emettere un giudizio inopportuno; emettere giudizi spetta solo e unicamente a Dio (questo vale anche per i critici cinematografici… scherziamo).
Quindi, per favore, prima che pensiate che questa sciocchezza di film possa nuocere a qualcuno, ricordate: anche Dio ha un senso dell'umorismo… Prendete l'Ornitorinco.
Grazie e buona visione.
P.S. Porgiamo le nostre sincere scuse a tutti gli amanti dell'Ornitorinco che si sono offesi per questo sconveniente commento.
Noi di View Askew rispettiamo il nobile Ornitorinco e non è nostra intenzione mancare in qualche modo di rispetto a queste stupide creature.
Grazie ancora e buona visione.»

Comincia così, con questa avvertenza, il film di nicchia “Dogma” (1999) di Kevin Smith.
Capiamo subito che “il politicamente corretto” non è proprio nelle corde di un regista così libero. Le chiusure, gli impedimenti, i dogmi, sono solo nel titolo.
A inizio film vediamo 3 avvenimenti cruciali per il dipanarsi dei vari intrecci: un barbone massacrato da tre adolescenti; in occasione di una politica di revisione della Chiesa cattolica (non più un Cristo sofferente ma un cattolicesimo Wow), la notizia dell’indulgenza plenaria a chi varca le porte di una certa Chiesa; e due individui strani in aeroporto che parlano come se conoscessero Dio.

I due individui strani sono, in realtà, gli angeli caduti Bartleby e Loki.
Grazie alla notizia dell’indulgenza plenaria, sperano di trovare una falla nella Fede, varcare le porte di quella chiesa, essere perdonati e poter, quindi, tornare a casa.
Ma così facendo contravverrebbero al Dogma dell’infallibilità di Dio e l’intera esistenza potrebbe essere a rischio. Il film ci mostra la missione per fermarli.
Ed è Loki che ci appare subito in un dialogo con una suora.



“Suora: Vediamo se ho capito bene. Lei non crede in Dio a causa di Alice nel Paese delle Meraviglie?
Loki: No, attraverso lo specchio. Quella poesia, il Tricheco e il Carpentiere è un'accusa alla religione organizzata. Il Tricheco, con la sua corpulenza e la sua bontà, rappresenta o il Buddha o, con le sue zanne, il Dio Elefante indù, Ganesh. Questo sistema le religioni orientali.
Ora, il Carpentiere è un ovvio riferimento a Gesù Cristo; lui era figlio di un carpentiere e così rappresenta le religioni occidentali.
Ora, nella poesia, cosa fanno? Cosa fanno? Raggirano un sacco di ostriche per farsi seguire e poi da grossi dritti sgusciano e divorano quelle creature inermi in massa.
Io non so cosa ne pensi lei, ma a me tutto questo dice che seguire queste fedi, basate su figure mitologiche, favorisce la distruzione dell'interiorità di una persona.
La religione organizzata distrugge chi siamo inibendo le nostre azioni, inibendo le nostre decisioni per paura di una figura paterna intangibile che ci punta il dito contro da ormai migliaia di anni e dice:
"Fallo! Fallo! Cazzo, ti spacco in due!"
Bartebly: Non ci credo.
Suora: Non l'avevo mai vista in questo modo, prima d'ora. Allora, cos'ho fatto della mia vita? Cosa posso...
Loki: Sì, lo so. Ascolti, le do un consiglio. Prenda questi soldi che sta raccogliendo per la sua parrocchia e si vada a comprare un bel vestito. Capito? Si dia una sistemata, si trovi un uomo, una donna per rapportarsi anche per un momento, perché la vita è tutta qui, sorella, è una serie di momenti. Cerchi di cogliere il suo.
Bartebly (dopo, a Loki): Sai, c'è una cosa che non capisco di te, tu lo sai con certezza che Dio esiste. Sei stato in sua presenza, lui ti ha parlato personalmente. E ora ti sei professato ateo.
Loki: Mi piace cazzeggiare con il clero. Mi fa impazzire, è divertente tenerli un po' sulle spine.”



Abbiamo così la presentazione di Loki che era un angelo della Morte; Bartleby è un osservatore che legge nella mente e nel cuore delle persone.
L’angelo caduto Bartleby (un angelo che ama gli aeroporti perché lì le persone danno il meglio nelle relazioni e negli affetti) a un certo punto del film inizierà a parlare e a comportarsi come il Satana di Milton e il suo astio verso Dio sembrerà sempre più quello di un amore non riconosciuto, di un amante respinto che lo porta a lottare per auto-affermarsi, per farsi riconoscere da chi lo ignora.


In questo film Dio è donna e fa spesso viaggi in incognito sulla Terra, incarnandosi nel corpo di qualcuno.
Sarà una Musa, Serendipity, a spiegare alla protagonista come mai Dio sia sempre stato pensato al maschile, dato che lei aveva suggerito la giusta identità, essendo Musa, ma le penne, un tempo, erano solo in mano agli uomini e intendevano quel che volevano.
Le dirà anche come l’intero Libro (la Bibbia) sia traviato sul sesso perché una donna porge la mela, una donna taglia la chioma di Sansone, una donna vuole la testa di Giovanni Battista e così via.

“Serendipity: posso ispirare milioni di incontri e sfornare ziglioni di idee ma non posso tenerne una per me!... quella ha uno strano senso dell'umorismo!
Betany: chi?
Serendipity: Dio
Betany: stai dicendo forse che Dio è una donna?
Serendipity: avevi forse qualche dubbio?
Betany: beh, tutti ne parlano al maschile...
Serendipity: non è così che l'ho scritto io!... uno degli svantaggi di essere intangibile è che non devi fiatare durante la fase editoriale... le persone con in mano le penne ci hanno infilato la loro opinione... e tuti quelli con le penne erano uomini... perciò lei è diventato lui... e non si limita solo a Dio! L'intero libro è deviato sul sesso: una donna è responsabile del peccato originale, una donna taglia la chioma di Sansone, una donna chiede la testa di Giovanni il Battista!... rileggilo quel libro!... le donne sono dipinte come delle antagoniste peggio degli egiziani e dei romani messi insieme!... che schifo!”


Un Dio donna che fa la turista e si incarna, quindi. E se fosse quel barbone visto all’inizio?


E se quegli adolescenti fossero stati dei demoni?Questo film analizza il desiderio in senso lato, nelle sue varie forme.
L’etimologia della parola “desiderio” è nota: dal latino: desiderium, composto di de e sidera. La mancanza delle stelle.
C’è un forte senso di mancanza nel film, di mancanza delle stelle, della volta celeste, di un altrove che non è detto sia necessariamente religioso.
Nella escalation del desiderio si può osservare come man mano ci s’indirizzi sempre più verso un qualcosa d’immateriale, qualunque esso sia e che appare più vero delle cose materiali.
Nel “Faust” di Goethe questa “non-materia”, il “Logos”, è fine e principio; è quel che Faust cerca e lo vuole al punto da non essere in grado di rimandare il suo desiderio “post-mortem”; egli lo desidera in vita, nella sua vita mortale, al punto da rinunciare all’eterna vita.
Se per Hegel è il desiderio che porta alla lotta per il riconoscimento che cerca di affermare e costruire la nostra identità; in “Faust” abbiamo qualcosa che sottende a ogni desiderio e che ne è, al contempo, conseguenza: l’azione.
Per Hegel il “prima e il dopo” del desiderio è nella relazione. L’azione è quel che accade nel secondo momento, quello dell’uscita di sé per rispecchiarsi, quello della negazione e della mediazione.
La conoscenza, per Hegel, passa sempre attraverso il momento della negazione, dell’uscita. Uscire non è andare e non tornare; è andare e tornare.
Il ritorno è un ritorno presso un qualcosa o un qualcuno, ovvero presso un qualcosa/qualcuno con cui si scambiano diverse uscite e diversi ritorni; si sottende, pertanto, una relazione.
Tale relazione può essere vista in chiave di percorso verso la conoscenza o verso l’appagamento del desiderio.
Occorre però sempre distinguere fra direzione e propensione.
Se il desiderio è vissuto come direzione, ne vediamo un percorso lineare a chiaro: se il desiderio possiede anche la natura, come s’è visto, della compresenza di differenti pulsioni o spinte esso è forse più precisamente “propensione a” e racchiude, pertanto, molteplici possibilità d’attuazione, avendo in sé la morte, la vita e la costruzione identitaria: tutte queste spinte assieme portano a qualcosa, costruiscono qualcosa, in un senso o nell’altro.
Il desiderio, quindi, propende (termine più adatto di “dirigersi”) verso il suo appagamento che si esplica nei modi più vari.
Vediamo, ad esempio, un particolare tipo di appagamento: l’estasi mistica.


Lo vedremo anche in Dogma.
Ma Dogma non è solo questo.
Dogma è un inno alla libertà di pensare, alle buone idee.
Al riguardo c’è uno scambio molto interessante tra Bethany, la protagonista e discendente di Gesù (e che lavora in una clinica per gli aborti e ha perso la Fede), e Rufus, il tredicesimo apostolo di cui qualcuno omise l’esistenza perché nero.
“Rufus: L'unico problema che ha con l'umanità sono le follie che continuamente vengono fatte in suo nome: guerre, fanatismo, televangelismo. Il più grande è però ridurre in fazioni tutte le religioni. Ha detto che l'umanità ha sbagliato a prendere una buona idea per costruirci sopra una rete di credi.
Bethany: Vuoi dire che avere un credo è sbagliato?
Rufus: Secondo me è meglio avere delle idee. Insomma, puoi cambiare un'idea ma cambiare un credo è tosta”.


Alla fine, Rufus chiederà a Bethany se ha riacquistato la Fede dopo tutto quel che ha visto e lei risponde che non crede ma che è comunque una buona idea, strizzando l’occhio a questo primo loro scambio.
Le scene più dolci, ma anche le più divertenti, sono tra la protagonista e il primo angelo che le appare, il Serafino Metatron, la Voce di Dio.

“Metatron: Dici a una persona che sei il Metatron e ti guardano stralunati. Citi un film di Charlton Heston e all'improvviso sono tutti docenti di teologia!”


Sarà lui a consolarla quando, oppressa da tanta responsabilità, si chiedeva “perché io?” ed era proprio la stessa domanda che al Metatron fece un Gesù quasi adolescente.
Il Metatron è la Voce per un motivo ben preciso.

Metatron: Gli esseri umani non hanno né la capacità uditiva né quella psicologica per sostenere il maestoso potere della vera voce di Dio. Sentendola la tua mente sprofonderebbe e il tuo cuore esploderebbe nel petto. Ci abbiamo rimesso cinque Adami prima di capirlo.

La protagonista sarà accompagnata, nel suo viaggio, dai “profeti” Jay e Silent Bob, i quali sono una garanzia per chi conosce i film di Kevin Smith/Silent Bob.
 

Divertente, irriverente, geniale: ecco la trinità di Dogma.
Non so quanti saranno convinti a guardarlo (o riguardarlo) ma, per me, resta una buona idea.
stampa la pagina

Commenti