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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 23 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte seconda

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di Sergio Daniele Donati Nella prima parte di questi appunti sparsi dedicati all'etica della parola (lo trovate nell'articolo apparso su Le parole di Fedro il 1.8.23 -  link ) abbiamo sfiorato il tema, a me molto caro, del nostro posizionamento nei confronti di qualcosa che in fondo non è mai perfettamente definibile nel suo esatto perimetro. Esiste, dicevamo, la necessità di cura dell'oggetto "parola",  di scegliere, in altre parole, una postura attenta dal guardiano, e custode.  Se ogni parola è elemento ed alimento creativo, e non solo descrittivo, non possiamo che osservarne le potenzialità a lungo, prima di pronunciarla o scriverla. Questo perché ogni nostro dire in fondo - ma anche in superficie - è un passaggio stretto, un lento passo sul crinale che ha confine con due abissi; quello dell'incomunicabilità totale e quello di un silenzio che atterrisce.  Per questo motivo bisognerebbe abituarsi, quando di parola trattiamo, a evitare, se non necessario, l&

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 23 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte seconda

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A cura di Sergio Daniele Donati Nella prima parte di questi appunti sparsi dedicati all'etica della parola (lo trovate nell'articolo apparso su Le parole di Fedro il 1.8.23 -  link ) abbiamo sfiorato il tema, a me molto caro, del nostro posizionamento nei confronti di qualcosa che in fondo non è mai perfettamente definibile nel suo esatto perimetro. Esiste, dicevamo, la necessità di cura dell'oggetto "parola",  di scegliere, in altre parole, una postura attenta dal guardiano, e custode.  Se ogni parola è elemento ed alimento creativo, e non solo descrittivo, non possiamo che osservarne le potenzialità a lungo, prima di pronunciarla o scriverla. Questo perché ogni nostro dire in fondo - ma anche in superficie - è un passaggio stretto, un lento passo sul crinale che ha confine con due abissi; quello dell'incomunicabilità totale e quello di un silenzio che atterrisce.  Per questo motivo bisognerebbe abituarsi, quando di parola trattiamo, a evitare, se non necessa

(Redazione) - su "La strategia del respiro" (Terra d'ulivi ed., 2023)

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È da pochi mesi uscita per i tipi di Terra d'ulivi edizioni la nuova raccolta poetica di Michele Carniel " La strategia del respiro ". La silloge, che già dal titolo ci dona pienamente il senso profondo della relazione tra parola e corpo ,    è divisa in due sezioni  (Inspirazione ed Espirazione). Ed, a ben vedere, anche sul piano della scelta lessicale e retorica - e metaforica in particolare - appare evidente quanto il poeta abbia, con estrema maestria, delineato la piena fisicità della scrittura  ed allo stesso tempo la  corporeità della parola. Le due locuzioni, benché limitrofe e sicuramente collegate tra loro, contengono sfumature che sembra utile qui sottolineare. Con fisicità della parola , e, in particolare, col il richiamo al ritmo costante ed involontario del respiro, qui si intende l'indubbia capacità dell'autore di delineare i due momenti essenziali dell'attività creativa che ha come strumento la penna.  La scrittura di Michele Carniel , infatti,

(Redazione) - Estratto dalla silloge di Federico Preziosi "Messa a dimora" (Controluna – Lepisma floema, a cura di Giuseppe Cerbino) con nota di Sergio Daniele Donati

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  È uscita da qualche mese la nuova raccolta  dal titolo  "Messa a dimora"  di Federico Preziosi  ( Controluna ed. – collana Lepisma floema, a cura di Giuseppe Cerbino  che ne ha scritto una meravigliosa prefazione a cui si rimanda il lettore per meglio approfondire il senso profondo di questa scrittura ) .  La silloge, in diretto contatto e filo diretto, sia da un punto di vista contenutistico che di evoluzione lessicale e retorica con la precedente ( "Variazione madre - del medesimo editore, 2019),  appare essere un necessario e brillante completamento di una poetica del tutto particolare e preziosa in cui ogni inciampo della parola  assume i connotati evidenti di campo di ricerca possibile , soprattutto per il lettore per il quale é quasi impossibile evitare di questionarsi sul rapporto etico/estetico tra scrittura e etero-direzione della parola scritta stessa. Se nella prima raccolta veniva tracciato con interessante maestria il perimetro di un rapporto madre-figlio

Due poeti allo specchio (Alfredo Panetta e Sergio Daniele Donati) #3

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PETHRA CAPPA  (di Alfredo Panetta - inedito 2023) * Thra mirti e stinchi u mè temphu. Stroffa d’erba chjiuduta nta ‘n pugnu. ‘I picca palori, comu l’arta muntagna mi ndica. Eu sacciu chi resta d’i passi thra senteri e timpuna, eu sacciu quantu pisa a d’a notti a mè mandra ogni mandra nto temphu sperduta. E chiju c’avanza, eu bizzau staci a pinneju ‘n città, thra casi ncugnati, offesi d’affannu. È materria pè artisti e sapiienti no pè massari signati c’a Storia ngurna ‘i sputazzi. Ad i stiji ‘i ccà dunu u tu, abbasta un frischjiu a ddu jidita u si teni u ziafrò a giusta distanza, u ccittu du voscu mi civa mcomu u latti maternu di crapa e a vista s’allonga secutandu i fotoni spumati di l’arba. Avi picca, sidici, esti libbara ncocchji cosa ‘ veru l’Itaglia. Ma ‘i ccàd’a mè Casa di Pethra eu non viju nent’authru ca timpi suspisi difficili nchjianati e sipali, e parru cu scropiu e radichi d’urmu nteri o scavati. ‘I ccà, ‘i na nica cellula du Temphu eu pacienti cogghjiu a mè

Due poeti allo specchio (Alfredo Panetta e Sergio Daniele Donati) #3

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PETHRA CAPPA  (di Alfredo Panetta - inedito 2023) * Thra mirti e stinchi u mè temphu. Stroffa d’erba chjiuduta nta ‘n pugnu. ‘I picca palori, comu l’arta muntagna mi ndica. Eu sacciu chi resta d’i passi thra senteri e timpuna, eu sacciu quantu pisa a d’a notti a mè mandra ogni mandra nto temphu sperduta. E chiju c’avanza, eu bizzau staci a pinneju ‘n città, thra casi ncugnati, offesi d’affannu. È materria pè artisti e sapiienti no pè massari signati c’a Storia ngurna ‘i sputazzi. Ad i stiji ‘i ccà dunu u tu, abbasta un frischjiu a ddu jidita u si teni u ziafrò a giusta distanza, u ccittu du voscu mi civa mcomu u latti maternu di crapa e a vista s’allonga secutandu i fotoni spumati di l’arba. Avi picca, sidici, esti libbara ncocchji cosa ‘ veru l’Itaglia. Ma ‘i ccàd’a mè Casa di Pethra eu non viju nent’authru ca timpi suspisi difficili nchjianati e sipali, e parru cu scropiu e radichi d’urmu nteri o scavati. ‘I ccà, ‘i na nica cellula du Temphu eu pacienti cogghjiu a mè guci. __

Quattro inediti di Antonella Lucrezia Puddu

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  Gloria Il volo scioglie i giunchi piegando all'unisono le ossa si cavano i quarti d'ora di una vita profumano di strano. Dirigono la sospensione si fanno cave le ossa in volo La Terra Profuma forte Ora Non so dire estasi o lapsus di memoria. Tu ed io Il cielo attende senza coperta il nostro sguardo. Dove sei mentre le cime di alberi diversi gareggiano dietro i palazzi senza nome affrancandosi oltre un limite senza arrivo, come falene che ruotano a giostra nella luce e rimangono incollate senza respiro al centro della lampada? Dove sei ora che le mie dita sole seguono le spalle e vedo ancora il mio sorriso nei tuoi occhi ed il tuo sorriso sul mio seno? E stringo tra le mani solo le mie di braccia fredde chinando il capo piegando il collo sfiorando lo spazio buio dell'attesa. Pretesa sacra tra le mie intime ultime cose tra le mie intime uniche rose. Ti rivedo sul sagrato nella stanza vuota sulla sedia di lato in piedi. Ti perdo. Ti predo. E le mie mani vuote e perse dalle d

Spleen

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  In foto il grande pianista Glenn Gould Quando la crepa si dilata e lo sterno mostra mobili tensioni verso l'alto io so che è giunta l'ora di un richiamo crepuscolare e sento la civetta lanciare moniti di risveglio. Mi culla allora un pianto senza tempo, e sollevo lo sguardo ad un cielo incrostato di stelle. E non c'è risposta per chi non pone domande; solo un singulto, un desiderio denso di sparizione. Sono tracce mielose e intense di un'infanzia mai vissuta. L'altro Sergio che creai allora per sopravvivere a cure parentali inadatte è in quest'ora stanco e si dondola nell'angolo buio di una stanza troppo piena di giochi per riuscire a nascondere la polvere di un'assenza eternamente sbattuta in faccia come vento freddo d'inverno.           Che vuoi che sia questa tua ansia - dicevano -           per noi che alla tua età abbiamo conosciuto           la fuga e lo strazio?          Sono i mostri sotto al letto di vostro figlio          -  avrei voluto

(Redazione) - Dissolvenze - 22 - Switch

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di Arianna Bonino Foto di Arianna Bonino On. La notte assomiglia a un grande black-out. Lo è. Sarà per questa ragione che mi piace. Un buio che assorbe e cristallizza tutto, esclude la vista, riverbera ogni impulso restituendolo verso l’interno dello sguardo. Permette - o impone - lo scandaglio di anfratti esclusi e trascurati dagli scenari diurni. La notte è un posto silenzioso, oltre che buio. Sembra un’origine, ha la bellezza di una cosa nuova, ogni volta. Tutto più pulito. È un vuoto a prendere la notte, un infra-spazio personale nel quale tutto è possibile, anche se poi rimane silenzioso e inoccupato, non agito. Ha le sembianze di una morte momentanea, un transitorio anonimato dall’essere e dal fare. Il buio e il silenzio riscrivono le coordinate del mondo, lo rendono primitivo, s’ergono a libertà infinita e totale, tanto da fare a meno di tutto, anche di chi la usi. La notte è Shabbat personale e privato, festa dove si può non essere al mondo, quasi non essere mai stati presenti

(Redazione) - Dissolvenze - 22 - Switch

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A cura di Arianna Bonino Foto di Arianna Bonino On. La notte assomiglia a un grande black-out. Lo è. Sarà per questa ragione che mi piace. Un buio che assorbe e cristallizza tutto, esclude la vista, riverbera ogni impulso restituendolo verso l’interno dello sguardo. Permette - o impone - lo scandaglio di anfratti esclusi e trascurati dagli scenari diurni. La notte è un posto silenzioso, oltre che buio. Sembra un’origine, ha la bellezza di una cosa nuova, ogni volta. Tutto più pulito. È un vuoto a prendere la notte, un infra-spazio personale nel quale tutto è possibile, anche se poi rimane silenzioso e inoccupato, non agito. Ha le sembianze di una morte momentanea, un transitorio anonimato dall’essere e dal fare. Il buio e il silenzio riscrivono le coordinate del mondo, lo rendono primitivo, s’ergono a libertà infinita e totale, tanto da fare a meno di tutto, anche di chi la usi. La notte è Shabbat personale e privato, festa dove si può non essere al mondo, quasi non essere mai stati pr

Non fui io

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Non fui io, né mai il vento, a scegliere la Via: mutare il suono bianco in significato blu.     Resta muta e grigiastra     sulla retina l'icona     d'una verginità nascosta.     E vagiti prenatali     sorgono dai fanghi neri     del pennino di rame     che trovai per terra. Ero solo - è solitudine la compagnia di sé stessi, senza un nome - e troppo piccolo per capire il senso di una svolta che impediva ogni ritorno. _____ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati 

Uomini-giunco

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Li ho visti dondolarsi, lo sguardo perso in memorie di corteccia. Uomini-giunco , si piegavano al vento della preghiera per ritrovare dimora nel deserto della transizione. _____ Sergio Daniele Donati Inedito 2023

Uomini-giunco

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Li ho visti dondolarsi, lo sguardo perso in memorie di corteccia. Uomini-giunco , si piegavano al vento della preghiera per ritrovare dimora nel deserto della transizione. _____ Sergio Daniele Donati Inedito 2023

Aspettavo la fine (Oblivion)

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Il ritorno del fogliol prodigo - Giorgio De Chirico Aspettavo la fine - un cenno di mano, lo stridio di rondine in cielo - ma fu solo ghiaccio e una nota supina  tra sterno e ventre. Quel ghiaccio scioglie ora, sai, mentre attendo altra mano a porre fine al mio canto .

Aspettavo la fine (Oblivion)

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Il ritorno del fogliol prodigo - Giorgio De Chirico Aspettavo la fine - un cenno di mano, lo stridio di rondine in cielo - ma fu solo ghiaccio e una nota supina  tra sterno e ventre. Quel ghiaccio scioglie ora, sai, mentre attendo altra mano a porre fine al mio canto .

Due poeti allo specchio (Gabriella Grasso e Sergio Daniele Donati - sul vento)

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A buriedda (la brezza) A un dio che respirava quieto dietro le pareti delle case alito che smuoveva piano capelli e moscerini dalla fronte nelle ore calde, a un tratto, in strada o nel recinto bacato della piazza e che più volte ci ha cullato e ci ha gettato dalla cuna a un Dio che aveva tanti nomi e altrettanti clamori per le vie abbiamo dedicato un nembo di pensiero senza voce senza formule terse con una forma di gemma che sentivamo spuntare dentro il petto e in qualche modo profumava l’aria di Gabriella Grasso (dalla raccolta inedita Sciott ) Ruach   (1)                         A mio figlio Gabriel Esiste un vento, un vento divino; plana lento sugli abissi prima d'ogni parola. Non cedo alla tentazione di dargli nome. Esiste un vento, un soffio divino, prima e sopra e dentro ogni cosa. Non cedo alla tentazione di cercarlo nella notte. Esiste un vento, un aliseo divino, che rende brace l'ossidiana delle mie pupille, quando mi guardi (e io ti guardo) e il tempo s

Due poeti allo specchio (Gabriella Grasso e Sergio Daniele Donati - sul vento)

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A buriedda (la brezza) A un dio che respirava quieto dietro le pareti delle case alito che smuoveva piano capelli e moscerini dalla fronte nelle ore calde, a un tratto, in strada o nel recinto bacato della piazza e che più volte ci ha cullato e ci ha gettato dalla cuna a un Dio che aveva tanti nomi e altrettanti clamori per le vie abbiamo dedicato un nembo di pensiero senza voce senza formule terse con una forma di gemma che sentivamo spuntare dentro il petto e in qualche modo profumava l’aria di Gabriella Grasso (dalla raccolta inedita Sciott ) Ruach   (1)                         A mio figlio Gabriel Esiste un vento, un vento divino; plana lento sugli abissi prima d'ogni parola. Non cedo alla tentazione di dargli nome. Esiste un vento, un soffio divino, prima e sopra e dentro ogni cosa. Non cedo alla tentazione di cercarlo nella notte. Esiste un vento, un aliseo divino, che rende brace l'ossidiana delle mie pupille, quando mi guardi (e io ti guardo) e il tempo si fe