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Visualizzazione dei post da marzo, 2024

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 30 - Due brevi note folli - in dialogo metapoetico con poesie di Francesco Scarabicchi

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  di Sergio Daniele Donati Francesco Scarabicchi ______ (...) Porto in salvo dal freddo le parole, curo l’ombra dell’erba, la coltivo alla luce notturna delle aiuole, custodisco la casa dove vivo, dico piano il tuo nome, lo conservo per l’inverno che viene, come un lume. (Francesco Scarabicchi da Il prato bianco, Einaudi ed. 1997) Che poi, Francesco, freddo e origine della parola coincidano come i lembi di un origami impazzito è forse vero.  A noi la cura degli spazi vuoti tra le lettere, in cui si insinua, come lama rovente, il dubbio del silenzio.  "Custodia" è parola sacra agli antichi, lo sai; e così io, alle volte taccio, reso inebetito dalla mole del fardello della sentinella. Restare immobili, lasciando solo al ventre la libertà di descrivere un cerchio protettivo e imperfetto -qualcosa deve poter sfuggire alla nostra illusione di controllo -  di suoni attorno alla parola che sorge, balbuziente e roca dal magma di un indicibile altrove. Un compito disumano. Eppure lo a

Attraversato dalla parola

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Prova pure a dire tua quella voce già lontana, a fermarla nella scatola del tuo nome un po' stantio. Non senti anche tu nei gorgoglii del ruscello che cerchi di bloccare con la diga del possesso una risata ironica farsi beffa  dell'artrosi delle tue mani? Meglio dirsi attraversato e dimenticare ogni verso che ha incontrato un pennino. La parola che non trattengo torna a volte la notte  a descrivere nei miei sogni l'avventura della diluizione. _____ Testo inedito (2024) di Sergio Daniele Donati 

Forse

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  Forse è ora di ignorare radici che sottoterra  si separano, e lente  sciolgono  un abbraccio  troppo antico. C'è da salvare la foglia e dare luce al frutto perché non perisca  per la nostra stessa  sete d'ombra.  ____ Foto e testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Dissolvenze - 29 - Such is life

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  di Arianna Bonino Poesia d’amore per Sunday (1) … In questi luoghi iniziava la selva. Le foglie tutt’attorno a noi: solo gli uccelli videro i nostri sguardi, solo il torrente correva con noi, solo quel profumo caldo, il suo tocco, fu testimone delle nostre carezze. … Sidney Nolan , sebbene poco noto in Italia, è stato uno dei maggiori pittori australiani. Se solo si fa una breve ricerca su questo artista, Nolan risulta conosciuto soprattutto per la serie di dipinti dedicati a Ned Kelly , eroe australo-irlandese che si ribellò alle vessazioni subite dalla popolazione da parte della polizia della colonia britannica di Victoria, ma anche fuorilegge, rapinatore di banche e ladro di cavalli, condannato venticinquenne a morte per impiccagione, morte avvenuta l’11 novembre del 1880 davanti al carcere di Melbourne, in presenza di una folla di cinquemila persone, alcune delle quali udirono Kelly pronunciare le sue ultime parole: “ Such is life ”. Ma torniamo innanzi tutto a Nolan, perché qui

Lettere a una persona speciale - 61 - Marzo 2024 - "Nebbie"

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  Forse in questo carteggio folle qualche scoria, qualche residuo di un mio pensiero radioattivo resiste.  O forse ancora scriverti per liberarmi dal costante desiderio di evanescenza non è stata una buona idea.  So che, fuori dalle porte della città che mi ospita, in inverno dimorano ancora le nebbie che Milano ha espulso ormai da tempo e che avevano una funzione per me vitale.  Il Bardo ci dice fatti della sostanza dei sogni , ma anche il sogno è costituito da nebbie e il nostro - il mio -  vagare per quelle lande è in fondo un atto di resa ad un linguaggio che non si può conoscere, o decifrare, mai del tutto.  Tu ascolti, mi leggi, e so di quel tuo vizio di sussurrare ogni scrittura sottovoce , quasi a cercare nel suono delle parola una poesia che sia prima e al di là di ogni significato. Fa tenerezza quel tuo gesto bambino e antico che odora di ripetizione mantrica, di formule arcane.  Ma non farne uso per queste mie lettere, se posso suggerirtelo.  La nebbia non va ripetuta al mo

Scale musicali (l'interpunzione mettetela voi)

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  inizia in tono minore una melodia ai lobi il canto ripetuto del seme interrato c'ero e non c'ero troppo tenue la luce su pelle matura non ancora nato già mi chiedevi aiuto una chiave di chiodi e pensieri in lingua straniera scrivo di te non ancora nato al mondo sono io non tu che sorgi  prima del tuo primo vagito pensiero squamato resina tra le dita sempre in minore la melodia prende ritmo cadenze e accenti sul muro il geco espressione saggio-ebete nasconde note d'accordo sotto zampe bombate non ancora nato al mondo sono io non lui essenza statica visione capovolta del muro che chiamo dimora pensiero vacuo scatola d'opale di silenzi  si aprono varchi su crinali già battuti da parole mai dette il giardino dell'infanzia non ancora nata al mondo lingua del sogno del primo suono lingua di geco sul muro statico del silenzio d'opale dell'intuizione  ______ Testo - inedito 2024 - e foto di Sergio Daniele Donati

Dialoghi poetici coi Maestri - 68 - Silvia Bre

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  La parola è un impiglio, poi crolla come ogni monumento e l'incontro si scioglie (nell'ingorgo dei suoni s'incaglia un attimo di senso e l'attimo nel suono pare eterno smette quando di colpo lo convince la deriva del tempo lì attorno) non esiste altro evento che questo che la vita di ognuno apparsa nella croce che la toglie. Silvia Bre  - tratto da "Le campane" ( Einaudi ed.) Eppure vidi anch'io  ventidue ballerine disegnare danzando  il DNA di ogni lingua (e il prima e il dopo della parola  incombeva sospeso in un movimento a spirale. Nel deserto della rifondazione si avanza verso l'interno per meritare la terra destinata ). Poi c'era la pietra e la scritta di fuoco Non  dire mai tuo ciò che ti attraversa, per andare lontano. Sergio Daniele Donati  - inedito 2024

Viene a me

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Viene a me una voce roca un sedimento di stalattite una canto sgraziato un pentimento pagano Viene a me  una balbuzie di sirena una risacca acida una memoria monca Viene a me  lo strappo del mito la stasi acquea di Ofelia il pianto monotonico di Eco. Viene a me  - e mi disperdo - il ricordo del coro le scintille di Efesto e la fatica senza tempo di essere padre. _____ Testo - inedito 2024 - e foto di Sergio Daniele Donati 

(Redazione) - Fatuari - 01 - Il nome è la fine; il nome è il principio.

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  di Diego Riccobene L’ Enūma eliš racconta che, successivamente alla creazione del mondo, Marduk dovette placare l’ira di Tiāmat, intenzionata a vendicare la morte del dio primigenio suo compagno Apsū, l’abisso, il custode dei segreti. L’avvicendamento tra le due forze vide la necessità che entrambe si armassero di tutto punto per sostenere il tremendum dello scontro, la prima in particolare: “ Tra le sua labbra egli teneva stretto un incantesimo, / mentre tra le sue mani stringeva una pianta per contrastare il veleno di Tiāmat ” 1 . La pianta – un talismano; e ancor di più, la parola stretta in bocca, quella che dovrà decretare il potere sull’altro, soggiogandone le volontà. Una tenzone verbosa è quanto i due ancestrali mettono in atto, da subito, per primeggiare l’uno sull’altro: “Tiāmat lancia il suo incantesimo, senza neanche voltare la testa / tra le sue labbra stringe falsità e menzogna” 2 . Solo successivamente si verifica il ferace corpo a corpo materico, che vedrà la cruent

La domanda al Minotauro

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  Foto di Noelle Oswald Incontrai il Minotauro allora,  tra fuliggini di pensiero e stralci di memoria. Senza via di fuga  nei tranelli della compassione incontrai allora il Minotauro. In assenza di timore allora incontrai il Minotauro. E posava triste sulle mie ali il suo sguardo bovino, incapace di un verbo scarlatto di liberazione. Incontrai allora il Minotauro e con gesto della mano  gli chiesi  il perchè della Luna. Un muggito di solitudine frantumò i mattoni del labirinto. Fu allora libero, il Minotauro, di bestemmiare, contro un cielo tiranno,  il suo ultimo respiro. _____ Video lettura di Lorenzo Pieri ______ Testo - inedito 2024 -  di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - "Il passaggio alla diluizione" - a proposito della Raccolta "Errore Cronologico" (il Convivio ed., 2023) di Irene Sabetta - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Esiste un luogo - e un tempo - in cui la parola poetica si diluisce, o quasi evapora, per lasciare un segno di presenza tenue, una sorta di ricordo, una traccia evanescente, ma allo stesso tempo persistente nella mente del lettore.  Sono queste delle scritture rare che sanno bilanciare con la perizia dell'orafo artigiano, o del farmacista esperto, i loro ingredienti costitutivi senza mai ignorare che ciò che guarisce nella giusta dose, può altresì avvelenare se presente in eccesso. La preziosità sta nel saper dire il nulla di ciò che eccede e il tutto di ciò che è essenza.  L'effetto finale, per chi con loro viene in contatto, è quello di una delicatezza avvolgente, di un rispetto profondo per la parola e per il lettore, di un'etica della scrittura che è allo stesso tempo metro di misura e limite al dicibile.  Tutto questo ho trovato presente nella splendida raccolta " Errore Cronologico " (il Convivio ed., 2023), di Irene Sabetta. La poeta ci dona una scrittura

Tre poesie inedite di Elena Mearini con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Elena Mearini Chi vi scrive sostiene da sempre  - lo sapete - che una visione   funzionale o finalistica della poesia sia quanto di più deleterio si possa cercare.  Figlio del Fedro di Robert Pirsig de Lo zen e l'arte della Manutenzione della motocicletta  e dell'antica saggezza del pensiero ebraico e nipponico, so bene che la Qualità,  come un manto invisibile, copre le nostre azioni, pensieri e parole, al di là della finalità con cui li esercitiamo.  Non si " scrive per (l'oggetto mettetelo voi)"   in poesia, ma si vive la scrittura come fenomeno di attraversamento profondo; di ascolto delle voci della alterità dentro di noi.  Lo diceva il grande Maestro Giuseppe Ungaretti in una famosa intervista (la potrete trovare a questo  link ): " Si fa poesia perchè occorre   farla". La scrittura come impellenza , come esigenza , come fenomeno di attraversamento del proprio corpo  che il poeta non può che osservare nella sua crescita ed espressione, dentro d