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Visualizzazione dei post da settembre, 2021

Giudice-Geometra

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Foto di Noelle Oszwald Parola esile/Parola esule Tu sottrai, poi separi i miei sguardi stupiti dal mondo d'erba che vibra sotto i miei calcagni pronati; e togli valore alle mie parole stentate. Mentre cerco di dar suono all'indicibile, tracci una tangente alla circonferenza delle mie balbuzie. Giudice-geometra, armata di compasso, ti prendi gioco del mio limite, del territorio paludoso da cui sgorgano come singulti e strozzi le mie intenzioni. Ci leggi fango - e fango è - ma al tuo setaccio troppo fine manca il potere del mago, la capacità di cogliere nella mota le qualità dell'argilla. Resta il tuo sguardo sbarrato sulla perfezione di poliedri senza vita. In cielo invece cantano da sempre ventidue lettere balbuzienti il canto della creazione; e la carezza d'un bimbo poliomielitico regge ab aeterno le sorti della nostra speranza.

Giudice-Geometra

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Foto di Noelle Oszwald Parola esile/Parola esule Tu sottrai, poi separi i miei sguardi stupiti dal mondo d'erba che vibra sotto i miei calcagni pronati; e togli valore alle mie parole stentate. Mentre cerco di dar suono all'indicibile, tracci una tangente alla circonferenza delle mie balbuzie. Giudice-geometra, armata di compasso, ti prendi gioco del mio limite, del territorio paludoso da cui sgorgano come singulti e strozzi le mie intenzioni. Ci leggi fango - e fango è - ma al tuo setaccio troppo fine manca il potere del mago, la capacità di cogliere nella mota le qualità dell'argilla. Resta il tuo sguardo sbarrato sulla perfezione di poliedri senza vita. In cielo invece cantano da sempre ventidue lettere balbuzienti il canto della creazione; e la carezza d'un bimbo poliomielitico regge ab aeterno le sorti della nostra speranza.

Mi chiedi perché scrivo

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Autoritratto  di Sergio Daniele Donati Comincia con un soffio - un arco che si tende senza freccia una linea di desiderio - e poi si posa come piuma nel parco-giochi dei ricordi; là, tra salti all'elastico e grida di battaglia. Mi chiedi perché scrivo? Ero il bambino solitario, sull'altalena e il cielo mi chiamava a rifiutar la terra Mi chiedi perché scrivo e ignori che i miei solchi erano letti d'un fiume che andava ben riempito; per non morire. Non chieder mai perché scrivo se non vuoi udire di lontano il cigolio arrugginito d'un'altalena vuota.

Mi chiedi perché scrivo

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Autoritratto  di Sergio Daniele Donati Comincia con un soffio - un arco che si tende senza freccia una linea di desiderio - e poi si posa come piuma nel parco-giochi dei ricordi; là, tra salti all'elastico e grida di battaglia. Mi chiedi perché scrivo? Ero il bambino solitario, sull'altalena e il cielo mi chiamava a rifiutar la terra Mi chiedi perché scrivo e ignori che i miei solchi erano letti d'un fiume che andava ben riempito; per non morire. Non chieder mai perché scrivo se non vuoi udire di lontano il cigolio arrugginito d'un'altalena vuota.

Lettere a una persona speciale 57 - 65

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  Foto di Man Ray 57 Il femminile "Il femminile", dicevi. "Il femminile", ascoltavo, e già la mia mente si perdeva. Perché nel cuore di un uomo il femminile è voce nascosta, volto velato. Nel cuore di uomo il femminile è il lontano abbaiare di un cane in una notte d'estate. Un addio soffocato (perché? perché io? perché a me?) e una lucina accesa poi in sguardi nuovi (vieni, completami, colmami) Nel cuore di uomo femminile non è mai evidenza. È velo, ricordo, urlo strozzato, affogato in pinte di birra. Nel cuore di uomo il femminile è apparizione e sparizione Sono mani tese verso un vuoto che acceca. "Il femminile", dicevi, "dobbiamo riscoprirlo". E rallentava il respiro. Il mio. Perché quella scoperta nel cuore di un uomo è atto di coraggio. Estremo. È battaglia contro l'assenza, il nascondimento. È strapparsi dai volti maschere d'argilla nella speranza di una completezza nascosta in un firmamento lontano. Per questo ho bisogno della

Lettere a una persona speciale 57 - 65

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  Foto di Man Ray 57 Il femminile "Il femminile", dicevi. "Il femminile", ascoltavo, e già la mia mente si perdeva. Perché nel cuore di un uomo il femminile è voce nascosta, volto velato. Nel cuore di uomo il femminile è il lontano abbaiare di un cane in una notte d'estate. Un addio soffocato (perché? perché io? perché a me?) e una lucina accesa poi in sguardi nuovi (vieni, completami, colmami) Nel cuore di uomo femminile non è mai evidenza. È velo, ricordo, urlo strozzato, affogato in pinte di birra. Nel cuore di uomo il femminile è apparizione e sparizione Sono mani tese verso un vuoto che acceca. "Il femminile", dicevi, "dobbiamo riscoprirlo". E rallentava il respiro. Il mio. Perché quella scoperta nel cuore di un uomo è atto di coraggio. Estremo. È battaglia contro l'assenza, il nascondimento. È strapparsi dai volti maschere d'argilla nella speranza di una completezza nascosta in un firmamento lontano. Per questo ho bisogno della

Lettere a una persona speciale 57 - 64

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  Foto di Man Ray 57 Il femminile "Il femminile", dicevi. "Il femminile", ascoltavo, e già la mia mente si perdeva. Perché nel cuore di un uomo il femminile è voce nascosta, volto velato. Nel cuore di uomo il femminile è il lontano abbaiare di un cane in una notte d'estate. Un addio soffocato (perché? perché io? perché a me?) e una lucina accesa poi in sguardi nuovi (vieni, completami, colmami) Nel cuore di uomo femminile non è mai evidenza. È velo, ricordo, urlo strozzato, affogato in pinte di birra. Nel cuore di uomo il femminile è apparizione e sparizione Sono mani tese verso un vuoto che acceca. "Il femminile", dicevi, "dobbiamo riscoprirlo". E rallentava il respiro. Il mio. Perché quella scoperta nel cuore di un uomo è atto di coraggio. Estremo. È battaglia contro l'assenza, il nascondimento. È strapparsi dai volti maschere d'argilla nella speranza di una completezza nascosta in un firmamento lontano. Per questo ho bisogno della

Sitar e Tiorba

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Il suonatore di Tiorba  Mi parlavi del tuo Sitar - di come le sue note diafane ti trascinavano lontano, là, nell'altrove eterno che era la ricerca dei tuoi occhi, Maestro - Io sorridevo stupito al ricordo del suono della mia Tiorba - ché per me è l'Antico il fiume in piena  in cui immergo le mie malinconie - Sei sempre stato più avanti di me, Maestro, e di questo mio seguir le tue impronte ormai coperte dal velo bianco della dimenticanza  ancora una volta elevo il canto. Fu diafano il nostro incontro e antica la sua tessitura. Erano fili d'argento su un arazzo persiano in cui il mio sguardo semita e il tuo passo franco parlavano la lingua comune  - e mai dimenticata -  della goccia d'olio sacro su palmi di mani vissute.

Sitar e Tiorba

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Il suonatore di Tiorba  Mi parlavi del tuo Sitar - di come le sue note diafane ti trascinavano lontano, là, nell'altrove eterno che era la ricerca dei tuoi occhi, Maestro - Io sorridevo stupito al ricordo del suono della mia Tiorba - ché per me è l'Antico il fiume in piena  in cui immergo le mie malinconie - Sei sempre stato più avanti di me, Maestro, e di questo mio seguir le tue impronte ormai coperte dal velo bianco della dimenticanza  ancora una volta elevo il canto. Fu diafano il nostro incontro e antica la sua tessitura. Erano fili d'argento su un arazzo persiano in cui il mio sguardo semita e il tuo passo franco parlavano la lingua comune  - e mai dimenticata -  della goccia d'olio sacro su palmi di mani vissute.

Sitar e Tiorba

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Il suonatore di Tiorba  Mi parlavi del tuo Sitar - di come le sue note diafane ti trascinavano lontano, là, nell'altrove eterno che era la ricerca dei tuoi occhi, Maestro - Io sorridevo stupito al ricordo del suono della mia Tiorba - ché per me è l'Antico il fiume in piena  in cui immergo le mie malinconie - Sei sempre stato più avanti di me, Maestro, e di questo mio seguir le tue impronte ormai coperte dal velo bianco della dimenticanza  ancora una volta elevo il canto. Fu diafano il nostro incontro e antica la sua tessitura. Erano fili d'argento su un arazzo persiano in cui il mio sguardo semita e il tuo passo franco parlavano la lingua comune  - e mai dimenticata -  della goccia d'olio sacro su palmi di mani vissute.

Diaspro

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Che la carne muti in pietra è scritto nelle pieghe dell'esistenza - mantiene il colore del sangue l'anima che langue sotto i colpi dell'assenza e s'indurisce l'aorta se nessuno pronuncia il nostro nome con cadenze silvestri - Più raro è il miracolo d'un cuore indurito dallo strappo se dona lacrime minerali a un mondo di nebbia e lo irrora della speranza che lui stesso non osa più sperare.

Diaspro

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Che la carne muti in pietra è scritto nelle pieghe dell'esistenza - mantiene il colore del sangue l'anima che langue sotto i colpi dell'assenza e s'indurisce l'aorta se nessuno pronuncia il nostro nome con cadenze silvestri - Più raro è il miracolo d'un cuore indurito dallo strappo se dona lacrime minerali a un mondo di nebbia e lo irrora della speranza che lui stesso non osa più sperare.

Diaspro

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Che la carne muti in pietra è scritto nelle pieghe dell'esistenza - mantiene il colore del sangue l'anima che langue sotto i colpi dell'assenza e s'indurisce l'aorta se nessuno pronuncia il nostro nome con cadenze silvestri - Più raro è il miracolo d'un cuore indurito dallo strappo se dona lacrime minerali a un mondo di nebbia e lo irrora della speranza che lui stesso non osa più sperare.

Un folle

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Autoritratto di Sergio Daniele Donati Lo sai, se non sento la chiamata  - l'appello del fuoco all'aria - se non attraversano la mia mente disunita  voci roche dell' Altrove, se al mattino si sfilacciano troppo lesti  i legami col sogno io non scrivo. Sono schiavo d'un richiamo e la mia penna  traduce sempre i suoni gutturali d'una voce femminea.  Le parole sono scintille e il mio cuore - sterpaglia - prende fuoco, spesso fatuo, ma non divampa. Mi accende invece  la capacità di tacere del mondo, il canto lento di chi dimentica in ogni istante il suo nome. È inchiostro al mio pennino la culla e il vagito, l'inciampo e la balbuzie, lo strozzo e la ritrosia.  Scrivere è atto di testimonianza senza autore, scrivere è atto di sopravvivenza a se stessi; è urlo taciuto, e lo sguardo smarrito del primo insuccesso giovanile. C'era un uomo oggi, un folle, sull'autobus. Lo sguardo sbarrato su un futuro inenarrabile, tracciava linee  con le dita nell'aria, come s

Un folle

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Autoritratto di Sergio Daniele Donati Lo sai, se non sento la chiamata  - l'appello del fuoco all'aria - se non attraversano la mia mente disunita  voci roche dell' Altrove, se al mattino si sfilacciano troppo lesti  i legami col sogno io non scrivo. Sono schiavo d'un richiamo e la mia penna  traduce sempre i suoni gutturali d'una voce femminea.  Le parole sono scintille e il mio cuore - sterpaglia - prende fuoco, spesso fatuo, ma non divampa. Mi accende invece  la capacità di tacere del mondo, il canto lento di chi dimentica in ogni istante il suo nome. È inchiostro al mio pennino la culla e il vagito, l'inciampo e la balbuzie, lo strozzo e la ritrosia.  Scrivere è atto di testimonianza senza autore, scrivere è atto di sopravvivenza a se stessi; è urlo taciuto, e lo sguardo smarrito del primo insuccesso giovanile. C'era un uomo oggi, un folle, sull'autobus. Lo sguardo sbarrato su un futuro inenarrabile, tracciava linee  con le dita nell'aria, come s

Eloquio dell'epitelio

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"Il crinale" di Sergio Daniele Donati Tace il silenzio e apre varchi all'eloquio dell'epitelio; passi di daino su asfalti urbani. L'occhio dell'allievo si posa  sulla ruga del maestro; tace del silenzio e percorre i crinali  della parola. Sul palmo della mano cola una goccia  d'olio sacro, e tace e attende in silenzio la chiamata d'ambra, il geode di septaria, la seduzione  dell'eterno femminino. E ciò che è detto e ciò che non è detto là - e qua e in mezzo - senza verbo né punto

Eloquio dell'epitelio

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"Il crinale" di Sergio Daniele Donati Tace il silenzio e apre varchi all'eloquio dell'epitelio; passi di daino su asfalti urbani. L'occhio dell'allievo si posa  sulla ruga del maestro; tace del silenzio e percorre i crinali  della parola. Sul palmo della mano cola una goccia  d'olio sacro, e tace e attende in silenzio la chiamata d'ambra, il geode di septaria, la seduzione  dell'eterno femminino. E ciò che è detto e ciò che non è detto là - e qua e in mezzo - senza verbo né punto

Dialoghi poetici coi Maestri 22. - Paul Klee

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Paul Klee - Immagine di repertorio La creazione vive come genesi sotto la superficie visibile dell’opera. Gli intellettuali la guardano andando indietro nel tempo In avanti – verso il futuro – la guardano solo i creatori (Paul Klee - 1908) _____ I tre tempi convivono - bisbigli di bambini, la notte - in ogni battito di ciglia - un ritmo del ritmo - Non chiederti, Paul dove stia l'errore  della mente Avanti e Indietro sono solo gli eppure nella lingua di chi crea (Sergio Daniele Donati - Inedito 2021)

Dialoghi poetici coi Maestri 22. - Paul Klee

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Paul Klee - Immagine di repertorio La creazione vive come genesi sotto la superficie visibile dell’opera. Gli intellettuali la guardano andando indietro nel tempo In avanti – verso il futuro – la guardano solo i creatori (Paul Klee - 1908) _____ I tre tempi convivono - bisbigli di bambini, la notte - in ogni battito di ciglia - un ritmo del ritmo - Non chiederti, Paul dove stia l'errore  della mente Avanti e Indietro sono solo gli eppure nella lingua di chi crea (Sergio Daniele Donati - Inedito 2021)

Un pomeriggio con Chagall di Paola Deplano

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Marc Chagall -  Mosè riceve le tavole della legge (acquaforte) Sei a Catanzaro davanti al Complesso monumentale del San Giovanni per la mostra che sognavi da tempo e, mentre t’incanti a guardare la chiesa poco distante, l’amica che è con te legge sulla porta un anonimo fogliolino A4 dove c’è scritto che la mostra Chagall e la Bibbia, che è prorogata fino al 10 ottobre, per il mese di agosto sarà aperta solo di pomeriggio. Sul sito quest’avviso non c’era – o forse tu non l’hai notato – ma ringrazi la provvida sventura manzoniana che ti fornisce il pretesto per andare un po’ a zonzo in una città - quella della tua amica - che tu non conosci. A dispetto di una immeritata cattiva fama, trovi che è una città carina, raccolta, piena di palazzi liberty. Il traffico è tranquillo, ad agosto sono tutti in ferie. Con la tua amica andate a mangiare in un posto molto bello, che si trova in un parco alberato, passeggiate dopo pranzo e poi tornate in centro, ma è ancora presto per la mostra, che apr

Un pomeriggio con Chagall di Paola Deplano

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Marc Chagall -  Mosè riceve le tavole della legge (acquaforte) Sei a Catanzaro davanti al Complesso monumentale del San Giovanni per la mostra che sognavi da tempo e, mentre t’incanti a guardare la chiesa poco distante, l’amica che è con te legge sulla porta un anonimo fogliolino A4 dove c’è scritto che la mostra Chagall e la Bibbia, che è prorogata fino al 10 ottobre, per il mese di agosto sarà aperta solo di pomeriggio. Sul sito quest’avviso non c’era – o forse tu non l’hai notato – ma ringrazi la provvida sventura manzoniana che ti fornisce il pretesto per andare un po’ a zonzo in una città - quella della tua amica - che tu non conosci. A dispetto di una immeritata cattiva fama, trovi che è una città carina, raccolta, piena di palazzi liberty. Il traffico è tranquillo, ad agosto sono tutti in ferie. Con la tua amica andate a mangiare in un posto molto bello, che si trova in un parco alberato, passeggiate dopo pranzo e poi tornate in centro, ma è ancora presto per la mostra, che apr

Un pomeriggio con Chagall di Paola Deplano

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Marc Chagall -  Mosè riceve le tavole della legge (acquaforte) Sei a Catanzaro davanti al Complesso monumentale del San Giovanni per la mostra che sognavi da tempo e, mentre t’incanti a guardare la chiesa poco distante, l’amica che è con te legge sulla porta un anonimo fogliolino A4 dove c’è scritto che la mostra Chagall e la Bibbia, che è prorogata fino al 10 ottobre, per il mese di agosto sarà aperta solo di pomeriggio. Sul sito quest’avviso non c’era – o forse tu non l’hai notato – ma ringrazi la provvida sventura manzoniana che ti fornisce il pretesto per andare un po’ a zonzo in una città - quella della tua amica - che tu non conosci. A dispetto di una immeritata cattiva fama, trovi che è una città carina, raccolta, piena di palazzi liberty. Il traffico è tranquillo, ad agosto sono tutti in ferie. Con la tua amica andate a mangiare in un posto molto bello, che si trova in un parco alberato, passeggiate dopo pranzo e poi tornate in centro, ma è ancora presto per la mostra, che apr