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Visualizzazione dei post da 2022

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 15 - Una dichiarazione d'amore

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di Sergio Daniele Donati Sono decine le sillogi che ancora devo recensire, commentare, accogliere su Le parole di Fedro, e decine gli inediti, le proposte di lettura che arrivano e lasciano senza fiato per profondità di linee e tensione espressiva.  Meritano  tempo e calma e letture profonde. M i ripeto quindi, come un adagio imparato a memoria, che ci sarà tempo per tutto, finché saprò restare nel tempo.  Però il tempo non è solo una successione infinita di istanti, una linea che ci proietta chissà dove, da un passato ad un futuro.  E nemmeno la scrittura è solo una successione di tratti sul foglio.  Tempo e scrittura sottostanno alle regole strette del moto lineare, tanto quanto a quelle sognanti del moto circolare.  E non c'è istante che non torni, diverso e identico, prima o poi; e non c'è parola che non torni, prima o poi, alla sua sorgente: il silenzio. La vita, come la scrittura, è un grande rotolo e l'ultima lettera di ogni narrazione richiama la prima che palpita

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 15 - Una dichiarazione d'amore

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A cura di Sergio Daniele Donati Sono decine le sillogi che ancora devo recensire, commentare, accogliere su Le parole di Fedro, e decine gli inediti, le proposte di lettura che arrivano e lasciano senza fiato per profondità di linee e tensione espressiva.  Meritano  tempo e calma e letture profonde. M i ripeto quindi, come un adagio imparato a memoria, che ci sarà tempo per tutto, finché saprò restare nel tempo.  Però il tempo non è solo una successione infinita di istanti, una linea che ci proietta chissà dove, da un passato ad un futuro.  E nemmeno la scrittura è solo una successione di tratti sul foglio.  Tempo e scrittura sottostanno alle regole strette del moto lineare, tanto quanto a quelle sognanti del moto circolare.  E non c'è istante che non torni, diverso e identico, prima o poi; e non c'è parola che non torni, prima o poi, alla sua sorgente: il silenzio. La vita, come la scrittura, è un grande rotolo e l'ultima lettera di ogni narrazione richiama la prima che p

Con sguardo supino

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Con sguardo supino e sterno timido ho compreso tra ciglia di luna il tuo mondo di sale, rosa. Non chiedermi dunque cosa muova ora la mia penna dopo secoli di frammenti d'opale. Tra quelle ciglia, lo sai, ho percepito l'esigenza d'un gesto lemuro e delicato, della contemplazione attenta del mio sangue di rame prima di intingervi  con gesto deciso il pennino regalatomi da un oracolo non vedente.  Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati ©

Con sguardo supino

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Con sguardo supino e sterno timido ho compreso tra ciglia di luna il tuo mondo di sale, rosa. Non chiedermi dunque cosa muova ora la mia penna dopo secoli di frammenti d'opale. Tra quelle ciglia, lo sai, ho percepito l'esigenza d'un gesto lemuro e delicato, della contemplazione attenta del mio sangue di rame prima di intingervi  con gesto deciso il pennino regalatomi da un oracolo non vedente.  Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati ©

Con sguardo supino

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Con sguardo supino e sterno timido ho compreso tra ciglia di luna il tuo mondo di sale, rosa. Non chiedermi dunque cosa muova ora la mia penna dopo secoli di frammenti d'opale. Tra quelle ciglia, lo sai, ho percepito l'esigenza d'un gesto lemuro e delicato, della contemplazione attenta del mio sangue di rame prima di intingervi  con gesto deciso il pennino regalatomi da un oracolo non vedente.  Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati ©

Dialoghi poetici coi Maestri - 49. Erich Fried e Patrizia Cavalli (conversazione a tre sull'espiazione)

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Espiazione Chi vuole espiare tutto non ci riesce Chi vuole espiare molto espia soltanto poco Chi vuole espiare poco non espia proprio niente Chi vuole espiare soltanto quel che si lascia espiare senza danni non fa che causare danni peggiori Forse bisogna espiare lo stesso ma non con l'espiazione (Erich Fried) Esseri testimoni di se stessi Esseri testimoni di se stessi sempre in propria compagnia mai lasciati soli in leggerezza doversi ascoltare sempre in ogni avvenimento fisico chimico mentale, è questa la grande prova l’espiazione, è questo il male. (Patrizia Cavalli) Un'antica questione Mi chiedevo anch'io già allora  se espiazione non fosse il nome della più diffusa blasfemia:  l'incapacità senza fondo d'ogni essere umano di aderire senza condizioni alla vita. L'unica cosa da espiare vivendo è la nostra eterna distrazione. (Sergio Daniele Donati)

Dialoghi poetici coi Maestri - 49. Erich Fried e Patrizia Cavalli (conversazione a tre sull'espiazione)

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Espiazione Chi vuole espiare tutto non ci riesce Chi vuole espiare molto espia soltanto poco Chi vuole espiare poco non espia proprio niente Chi vuole espiare soltanto quel che si lascia espiare senza danni non fa che causare danni peggiori Forse bisogna espiare lo stesso ma non con l'espiazione (Erich Fried) Esseri testimoni di se stessi Esseri testimoni di se stessi sempre in propria compagnia mai lasciati soli in leggerezza doversi ascoltare sempre in ogni avvenimento fisico chimico mentale, è questa la grande prova l’espiazione, è questo il male. (Patrizia Cavalli) Un'antica questione Mi chiedevo anch'io già allora  se espiazione non fosse il nome della più diffusa blasfemia:  l'incapacità senza fondo d'ogni essere umano di aderire senza condizioni alla vita. L'unica cosa da espiare vivendo è la nostra eterna distrazione. (Sergio Daniele Donati)

Dialoghi poetici coi Maestri - 49. Erich Fried e Patrizia Cavalli (conversazione a tre sull'espiazione)

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Espiazione Chi vuole espiare tutto non ci riesce Chi vuole espiare molto espia soltanto poco Chi vuole espiare poco non espia proprio niente Chi vuole espiare soltanto quel che si lascia espiare senza danni non fa che causare danni peggiori Forse bisogna espiare lo stesso ma non con l'espiazione (Erich Fried) Esseri testimoni di se stessi Esseri testimoni di se stessi sempre in propria compagnia mai lasciati soli in leggerezza doversi ascoltare sempre in ogni avvenimento fisico chimico mentale, è questa la grande prova l’espiazione, è questo il male. (Patrizia Cavalli) Un'antica questione Mi chiedevo anch'io già allora  se espiazione non fosse il nome della più diffusa blasfemia:  l'incapacità senza fondo d'ogni essere umano di aderire senza condizioni alla vita. L'unica cosa da espiare vivendo è la nostra eterna distrazione. (Sergio Daniele Donati)

(Redazione) - Dissolvenze - 14 - Tigri (un racconto di Arianna Bonino)

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di Arianna Bonino Fabio Weik: “Fosferne Gold”, 2015. Acidi, smalti e glitter su tela Era poco dopo aver chiuso gli occhi che arrivavano le tigri. Intagliate su uno sfondo spaziale costellato di meteoriti elettriche che le ricordavano quello scenario nero pieno solo del rombo del cuore, mentre caracollava fino a collassare contro la porta del bagno, in un mattino di prima estate che si sarebbe concluso con una cicatrice a forma di liù cinese sotto il mento. Era un buffo adattamento epiteliale da poter raccontare in confidenza al momento opportuno a chi si fosse soffermato almeno dieci volte con lo sguardo su quel particolare - le contava mentre parlava -, dando prova di curiosa intuizione e aggiudicandosi così lo svelamento di quel primo segreto anatomico. Quel giorno di tanti anni prima era svenuta mentre le tigri arrivavano a branchi – verdi e rosa su fondo cangiante. Mobili quanto macchie d’olio sull’acqua, i musi spigolosi emergevano tanto da emettere fiato, mentre avanzavano nei su

(Redazione) - Dissolvenze - 14 - Tigri (un racconto di Arianna Bonino)

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A cura di Arianna Bonino Fabio Weik: “Fosferne Gold”, 2015. Acidi, smalti e glitter su tela Era poco dopo aver chiuso gli occhi che arrivavano le tigri. Intagliate su uno sfondo spaziale costellato di meteoriti elettriche che le ricordavano quello scenario nero pieno solo del rombo del cuore, mentre caracollava fino a collassare contro la porta del bagno, in un mattino di prima estate che si sarebbe concluso con una cicatrice a forma di liù cinese sotto il mento. Era un buffo adattamento epiteliale da poter raccontare in confidenza al momento opportuno a chi si fosse soffermato almeno dieci volte con lo sguardo su quel particolare - le contava mentre parlava -, dando prova di curiosa intuizione e aggiudicandosi così lo svelamento di quel primo segreto anatomico. Quel giorno di tanti anni prima era svenuta mentre le tigri arrivavano a branchi – verdi e rosa su fondo cangiante. Mobili quanto macchie d’olio sull’acqua, i musi spigolosi emergevano tanto da emettere fiato, mentre avanzavano

(Redazione) - Dissolvenze - 14 - Tigri (un racconto di Arianna Bonino)

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A cura di Arianna Bonino Fabio Weik: “Fosferne Gold”, 2015. Acidi, smalti e glitter su tela Era poco dopo aver chiuso gli occhi che arrivavano le tigri. Intagliate su uno sfondo spaziale costellato di meteoriti elettriche che le ricordavano quello scenario nero pieno solo del rombo del cuore, mentre caracollava fino a collassare contro la porta del bagno, in un mattino di prima estate che si sarebbe concluso con una cicatrice a forma di liù cinese sotto il mento. Era un buffo adattamento epiteliale da poter raccontare in confidenza al momento opportuno a chi si fosse soffermato almeno dieci volte con lo sguardo su quel particolare - le contava mentre parlava -, dando prova di curiosa intuizione e aggiudicandosi così lo svelamento di quel primo segreto anatomico. Quel giorno di tanti anni prima era svenuta mentre le tigri arrivavano a branchi – verdi e rosa su fondo cangiante. Mobili quanto macchie d’olio sull’acqua, i musi spigolosi emergevano tanto da emettere fiato, mentre avanzavano

(Redazione) - Nota di lettura di "Dal Circo" di Agnès MK, Chipiùneart Edizioni (2022)

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Dice il Midrash (1) che all'ennesimo tentativo di creazione dell'universo il Creatore, ormai stanco per tutti quei fallimenti si sia rivolto al Creato e, pur vedendolo difettoso e imperfetto, abbia urlato "Vai". Ma la storia non finisce qui perché pare che subito dopo, forse un po' pentito per quella decisione improvvisa di lasciare respiro all'imperfezione, abbia aggiunto tra sé e sé:  e speriamo che tenga.  C'è un sottile filo, un equilibrismo e una maestria imperfetta dietro ad ogni creazione, dietro ad ogni anelito a lasciar un segno nel creato.  L'imperfezione (della vita e della sua de-scrizione) è elemento fondante della vita stessa.  Lo sa persino il sommo creatore che non ignora quanto poetico sia lasciare che i nostri respiri si adagino sull'imperfetto perchè, varrebbe la pena di ripeterlo come un mantra quotidiano, ciò che nasce imperfetto è sempre perfettibile .  E l'ironia? L'ironia è il medium, il tramite di memoria tra ciò c

Piccola riflessione #2 (Oblivion)

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È facile dirsi argentini e ignorare che il tango torna a ogni tua fuga, con melodie di resina  da un passato vischioso.  L'argento, sai, cola  su calchi di gesso che crepano  al suo calore lunare.  Avevi ginocchia d'ambra; era un fossile, in quel tuo avvolgermi, la mia pelle,  composta di parole tacitate. Un raro insetto in una goccia d'ambra il cui nome non poteva  da te essere detto per timore che riprendesse respiro sotto il tuo sguardo. Foto e testo -  inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati  ©

(Redazione) - Nota di lettura su "Sciara Tagliente" di Rossana Nicotra (RPlibri ed., 2021)

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La Silloge Sciara Tagliente di Rossana Nicotra, apparsa nel 2021 per i tipi di RPlibri editore, è stata per chi vi scrive l'occasione di una riflessione profonda.  La scrittura di Rossana Nicotra si caratterizza per una decisa incisività che la rende capace di veicolare in pochi versi significati davvero profondi. Questo assunto non stupisce ed è vero per tanti autori, classici e contemporanei, solo che in Rossana Nicotra - cosa ben più rara - l'incisività del verso va al diretto incontro con la sua potenziale morbidezza e dolcezza.  Ne esce pertanto un dire capace di essere magmatico - sciara, appunto, significa lava - in cui due apparenti opposti  - dolcezza e incisività -   si mescolano lasciando al lettore il retrogusto agrodolce di certe cucine orientali.  Già la composizione di esordio della silloge manifesta questo carattere. Ne riportiamo qui sotto il testo. Nacqui e furono schizzi di sangue gettati ai piedi, e grida di ventre e tormenti di sciara tagliente, fatica e pi