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Visualizzazione dei post da agosto, 2022

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 11 - Sugli epigrammi di Salvatore Quasimodo

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di  Sergio Daniele Donati La scrittura epigrammatica, originariamente tipica del poetare funerario o legato a particolari eventi di spiccata importanza sociale, è una delle forme più antiche di poesia.  Veri e propri epigrammi si trovano ad esempio nei cinque libri che compongono il Pentateuco, a ben vedere.  Ovviamente in questo caso è un lavoro delicato e non facile saperli estrarre dal contesto generale della narrazione. Sono epigrammi celati, per così dire, nel testo stesso, non in composizioni isolate. L'epigramma secondo alcune definizioni si caratterizza per essere un breve componimento diretto a fissare, per lo più in modo ironico o satirico, l'interpretazione personale di un fatto, sì da indurre il lettore alla riflessione o al riso. Certo la brevità del testo è elemento necessario ma non sufficiente (esistono altre scritture che si caratterizzano per la loro concisione: haiku, certa poesia ermetica, scrittura aforistica). La parte finale della definizione appare poi i

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 11 - Sugli epigrammi di Salvatore Quasimodo

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A cura di  Sergio Daniele Donati La scrittura epigrammatica, originariamente tipica del poetare funerario o legato a particolari eventi di spiccata importanza sociale, è una delle forme più antiche di poesia.  Veri e propri epigrammi si trovano ad esempio nei cinque libri che compongono il Pentateuco, a ben vedere.  Ovviamente in questo caso è un lavoro delicato e non facile saperli estrarre dal contesto generale della narrazione. Sono epigrammi celati, per così dire, nel testo stesso, non in composizioni isolate. L'epigramma secondo alcune definizioni si caratterizza per essere un breve componimento diretto a fissare, per lo più in modo ironico o satirico, l'interpretazione personale di un fatto, sì da indurre il lettore alla riflessione o al riso. Certo la brevità del testo è elemento necessario ma non sufficiente (esistono altre scritture che si caratterizzano per la loro concisione: haiku, certa poesia ermetica, scrittura aforistica). La parte finale della definizione appar

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 11 - Sugli epigrammi di Salvatore Quasimodo

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A cura di  Sergio Daniele Donati La scrittura epigrammatica, originariamente tipica del poetare funerario o legato a particolari eventi di spiccata importanza sociale, è una delle forme più antiche di poesia.  Veri e propri epigrammi si trovano ad esempio nei cinque libri che compongono il Pentateuco, a ben vedere.  Ovviamente in questo caso è un lavoro delicato e non facile saperli estrarre dal contesto generale della narrazione. Sono epigrammi celati, per così dire, nel testo stesso, non in composizioni isolate. L'epigramma secondo alcune definizioni si caratterizza per essere un breve componimento diretto a fissare, per lo più in modo ironico o satirico, l'interpretazione personale di un fatto, sì da indurre il lettore alla riflessione o al riso. Certo la brevità del testo è elemento necessario ma non sufficiente (esistono altre scritture che si caratterizzano per la loro concisione: haiku, certa poesia ermetica, scrittura aforistica). La parte finale della definizione appar

(Redazione) - Dissolvenze - 10 - Di sale e di neve

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di Arianna Bonino Boris Ryžhy è la sua faccia. Boris Ryžhy è la sua cicatrice. Non so da dove arrivi quel segno, ma gli dona una bellezza particolare, marchiando di dolore la chiarezza del volto. Non posso immaginarlo senza. Forse uno scontro con qualche sbandato; ce ne sono molti nell’adolescenza di Boris e forse non c’è quasi altro genere di frequentazioni nella sua prima giovinezza. Oppure un segno permanente di un incontro di boxe, disciplina in cui si distingueva e dietro la quale si nascondeva il poeta Boris. Una crepa su una maschera di porcellana, una fenditura asciutta, magari prodotta da qualcosa di tagliente che spinge da dentro e che, un giorno - venerdì 11 maggio 2001- esplode. Boris Ryžhy nasce a Chelyabinsk nel settembre del 1974, suo padre è un ingegnere minerario. La famiglia si trasferisce presto a Sverdlosk, dove Boris spenderà la sua esistenza. Muore ad Ekaterinburg nel 2001, nel nord della Russia. È lo stesso posto, ma il nome nel frattempo è cambiato. Il suo trans

(Redazione) - Dissolvenze - 10 - Di sale e di neve

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A cura di Arianna Bonino Boris Ryžhy è la sua faccia. Boris Ryžhy è la sua cicatrice. Non so da dove arrivi quel segno, ma gli dona una bellezza particolare, marchiando di dolore la chiarezza del volto. Non posso immaginarlo senza. Forse uno scontro con qualche sbandato; ce ne sono molti nell’adolescenza di Boris e forse non c’è quasi altro genere di frequentazioni nella sua prima giovinezza. Oppure un segno permanente di un incontro di boxe, disciplina in cui si distingueva e dietro la quale si nascondeva il poeta Boris. Una crepa su una maschera di porcellana, una fenditura asciutta, magari prodotta da qualcosa di tagliente che spinge da dentro e che, un giorno - venerdì 11 maggio 2001- esplode. Boris Ryžhy nasce a Chelyabinsk nel settembre del 1974, suo padre è un ingegnere minerario. La famiglia si trasferisce presto a Sverdlosk, dove Boris spenderà la sua esistenza. Muore ad Ekaterinburg nel 2001, nel nord della Russia. È lo stesso posto, ma il nome nel frattempo è cambiato. Il su

Dopo il tempo (Oblivion)

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Lo sai; quando torna lunga l'onda d'un dire mai espresso,  lo fa senza bussare.  Allaga e riempie e infiamma di liquidi urticanti ventricoli troppo inesperti  al cospetto del Silenzio, e tu, e io, e noi,  li ascoltiamo borbottare come magma da una ferita da aspirare con una cannula d'oro. Non mi restava che quell'ultimo passo - piegare il corpo al dolore per evitare la fuga nella parola - per ascoltare le disarmonie - seconde e settime -  della melodia che ci univa, allora. Nel delirio della febbre avevi il volto di mio padre e la voce era la tua, così barbara da innamorare.  Sei svanita tra i sudori madidi  della mia pelle; restava sullo sfondo una voce tremula d'anziano. Chiamava la mamma nello strazio, là dove risiede celata ogni bellezza  si possa immaginare. Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati

Dopo il tempo (Oblivion)

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Lo sai; quando torna lunga l'onda d'un dire mai espresso,  lo fa senza bussare.  Allaga e riempie e infiamma di liquidi urticanti ventricoli troppo inesperti  al cospetto del Silenzio, e tu, e io, e noi,  li ascoltiamo borbottare come magma da una ferita da aspirare con una cannula d'oro. Non mi restava che quell'ultimo passo - piegare il corpo al dolore per evitare la fuga nella parola - per ascoltare le disarmonie - seconde e settime -  della melodia che ci univa, allora. Nel delirio della febbre avevi il volto di mio padre e la voce era la tua, così barbara da innamorare.  Sei svanita tra i sudori madidi  della mia pelle; restava sullo sfondo una voce tremula d'anziano. Chiamava la mamma nello strazio, là dove risiede celata ogni bellezza  si possa immaginare. Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati

Dopo il tempo (Oblivion)

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Lo sai; quando torna lunga l'onda d'un dire mai espresso,  lo fa senza bussare.  Allaga e riempie e infiamma di liquidi urticanti ventricoli troppo inesperti  al cospetto del Silenzio, e tu, e io, e noi,  li ascoltiamo borbottare come magma da una ferita da aspirare con una cannula d'oro. Non mi restava che quell'ultimo passo - piegare il corpo al dolore per evitare la fuga nella parola - per ascoltare le disarmonie - seconde e settime -  della melodia che ci univa, allora. Nel delirio della febbre avevi il volto di mio padre e la voce era la tua, così barbara da innamorare.  Sei svanita tra i sudori madidi  della mia pelle; restava sullo sfondo una voce tremula d'anziano. Chiamava la mamma nello strazio, là dove risiede celata ogni bellezza  si possa immaginare. Foto e testo - inedito 2022 - di Sergio Daniele Donati

(Redazione) Riflessioni, non recensioni - 10 - DOGMA (1999) - Riflessione sulle buone idee contro ogni dogma

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di Stefania Lombardi Interpreti e personaggi: Ben Affleck: Bartleby / Barry Matt Damon: Loki / Larry Linda Fiorentino: Bethany Sloane Jason Mewes: Jay Chris Rock: Rufus Alan Rickman: Metatron Jason Lee: Azrael Salma Hayek: Serendipity Kevin Smith: Silent Bob Janeane Garofalo: Liz George Carlin: cardinale Ignatius Glick Alanis Morissette: Dio «Benché dopo 10 minuti diventi evidente, View Askew dichiara che questo film è, dall'inizio alla fine, una commedia surreale che non va presa sul serio. Insistere sul fatto che quanto segue sia incendiario o provocatorio significa fraintendere le nostre intenzioni ed emettere un giudizio inopportuno; emettere giudizi spetta solo e unicamente a Dio (questo vale anche per i critici cinematografici… scherziamo). Quindi, per favore, prima che pensiate che questa sciocchezza di film possa nuocere a qualcuno, ricordate: anche Dio ha un senso dell'umorismo… Prendete l'Ornitorinco. Grazie e buona visione. P.S. Porgiamo le nostre sincere scuse a

(Redazione) Riflessioni, non recensioni - 10 - DOGMA (1999) - Riflessione sulle buone idee contro ogni dogma

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A cura di Stefania Lombardi Interpreti e personaggi: Ben Affleck: Bartleby / Barry Matt Damon: Loki / Larry Linda Fiorentino: Bethany Sloane Jason Mewes: Jay Chris Rock: Rufus Alan Rickman: Metatron Jason Lee: Azrael Salma Hayek: Serendipity Kevin Smith: Silent Bob Janeane Garofalo: Liz George Carlin: cardinale Ignatius Glick Alanis Morissette: Dio «Benché dopo 10 minuti diventi evidente, View Askew dichiara che questo film è, dall'inizio alla fine, una commedia surreale che non va presa sul serio. Insistere sul fatto che quanto segue sia incendiario o provocatorio significa fraintendere le nostre intenzioni ed emettere un giudizio inopportuno; emettere giudizi spetta solo e unicamente a Dio (questo vale anche per i critici cinematografici… scherziamo). Quindi, per favore, prima che pensiate che questa sciocchezza di film possa nuocere a qualcuno, ricordate: anche Dio ha un senso dell'umorismo… Prendete l'Ornitorinco. Grazie e buona visione. P.S. Porgiamo le nostre sincere