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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 24 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte terza

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  di Sergio Daniele Donati Nelle due precedenti parti (link alla parte prima e alla parte seconda ) abbiamo dell’etica della parola affrontato temi per me molto delicati e importanti. Ma ogni discorso etico sul dire umano non può prescindere dalla valutazione anche degli effetti che la parola, specie se poetica, ha in coloro che la ricevono. Il ruolo di guardiano persiste - anzi si rafforza ancora di più – una volta che la parola è emessa o, ancora più, scritta. Questo perché, se è vero, da un lato, che come un figlio abbandona la casa dei genitori per il suo lungo viaggio nella vita, così fa anche la parola, è altrettanto vero che dei nostri gesti, azioni, omissioni siamo costantemente responsabili . So che dicendo questo mi pongo in una posizione molto poco accettata in ambito poetico: quella che fa del poeta, in quanto dicitore, responsabile del suo dire. In fondo però è davvero tanto rassicurante rimanere incuranti, degli effetti dei nostri versi nel mondo ma, così facendo, non

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 24 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte terza

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  A cura di Sergio Daniele Donati Nelle due precedenti parti (link alla parte prima e alla parte seconda ) abbiamo dell’etica della parola affrontato temi per me molto delicati e importanti. Ma ogni discorso etico sul dire umano non può prescindere dalla valutazione anche degli effetti che la parola, specie se poetica, ha in coloro che la ricevono. Il ruolo di guardiano persiste - anzi si rafforza ancora di più – una volta che la parola è emessa o, ancora più, scritta. Questo perché, se è vero, da un lato, che come un figlio abbandona la casa dei genitori per il suo lungo viaggio nella vita, così fa anche la parola, è altrettanto vero che dei nostri gesti, azioni, omissioni siamo costantemente responsabili . So che dicendo questo mi pongo in una posizione molto poco accettata in ambito poetico: quella che fa del poeta, in quanto dicitore, responsabile del suo dire. In fondo però è davvero tanto rassicurante rimanere incuranti, degli effetti dei nostri versi nel mondo ma, così facen

Dialoghi poetici coi Maestri - 62 - Michalis Ganàs

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Αὐτό τό ποίημα δέν σ᾽ ἀγαπάει γιατί σέ θέλει ἐκεῖνος πού τό γράφει. Αὐτό τό ποίημα συστρέφεται σαν λαβωμένο ἑρπετό στρέφεται ἐναντίον σου – φυλάξου. Ξέρει καλά πώς ἄν κερδίσεις θα χάσει αὐτό τό σκλάβο πού τό γράφει μαζί μέ τ' ἀποδημητικά του χέρια  xι ἀνάπηρο θα μείνει. Αὐτό τό ποίημα – φυλάξου  μοῦ ξέφυγε κι ἀδέσποτο γυρίζει – θέλει να σε σκοτώσει. Γιατί ξέρει πώς μόνον ἔτσι θά ἔχει ἀπογόνους  xαί xαλά στερνά xι ἄσπρες σελίδες  νά τίς βόσκει μαῦρο χέρι - τό χέρι μου - xαθώς θα συνεχίζω αὐτό τό ποίημα πού τότε θα σε προσxυνάει. Michalis Ganàs da " La Grecia, sai... " (Donzelli ed., 2004) - Traduzione in italiano tratta dallo stesso testo. Questa poesia non ti ama perché ti desidera chi la scrive. Questa poesia si attorciglia come serpe ferita ti si rivolta contro - stai attento. Sa bene che se vinci perderà questo schiavo che la scrive e le braccia che migrano e resterà mutilata. Questa poesia - stai attento mi è sfuggita e vaga randagia - vuole uc

Poesie tratte da "L’amore e tutto il resto - Poesie 1996-2022" (Interlinea Ed., 2023) di Andrea Temporelli

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_____ LA SCIENZA DEGLI UMANI Tutto ritorna qui la prima volta oppure non esiste. Il bagnasciuga restituisce vergini le veneri e il sale smangia i nomi, li confonde. I legni per esempio d’Argonauti per la risacca della mareggiata tornarono a fiorire nel Polesine, tra il moto immoto delle acque e dei cieli. E sono pali e reti per la pesca, adesso, vele anonime da quando non possono mancare mai il bersaglio perché tutto è perfetto, non c’è scarto. La scienza degli umani è proprio questa, riciclare galassie e nebulose in nuvole d’insetti o licenziare i guerrieri silenti e disarmati. Tutto ritorna qui la prima volta, per la risacca della mareggiata. Non possono mancare mai il bersaglio i guerrieri silenti e disarmati. ____ FINO A CHE SIA LIMPIDO C’è un dettaglio importante in ogni storia e un passaggio segreto anche per lui da cui filtra la scena di età in età come uno sparo fino a rendere perfetta la vita (tanto che potrebbe, svoltato l’angolo serenamente anche morire):       l

Poesie di Anna Spissu tratte dalla raccolta inedita "La donna albero"

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  Io sono la selvatica. Ho rubato la pelliccia alla volpe il muso al cinghiale le zampe alla lepre e la voce alle mosche. Non sono straniera alla foresta. Ho un corpo per metà albero e per metà animale. Il cuore e il cervello sono umani, lo so, e devo rimediare: lo capisco quando si apre, mio malgrado, la cassaforte dei ricordi ed escono pezzi di vita come un’esplosione. Altre volte sono io che apro la combinazione muovo con delicatezza le dita faccio entrare un ramo una primula, un boccone di neve che restino dentro che combattano oppure mettano pace. ____ Il bosco si spalanca : esci dalla porta volti a destra oltrepassi l’abbeveratoio scavalchi un masso con un grappolo di piccole pietre spezzate dalla neve e dal sole e come navate fino all’azzurro e alle nubi subito si alzano i faggi abitati dalle gole degli uccelli, il sottobosco dilaga verde scuro copre la terra, nasconde le tane protegge le pietre, gli insetti, il silenzio i passi degli animali il tremore colorato dei fiori. Il di

Poesie di Monica Messa tratte dalla sua prossima raccolta ancora inedita

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  ____ TRATTA DALLA SEZIONE  "SAMIR" ______ Ai bordi della città diorama, Samir beve vino e ingoia bignè. Sulla barba ha dodici stelle di miglio perlato. Il fumido chiasso della stazione ti chiama. Il cieco canta. Le mosche banchettano su ciarpame e mani. Un pugno diretto un coltello mancino, cade la sigaretta. Samir sorride, non capisce, ha sangue fra le dita. Solo ricordi come fiorisce in fretta una ferita. ______ TRATTE DALLA SEZIONE "LA BAMBINA DI RAME E DI MIELE" ______ La bambina di rame e di miele appende foglie alle orecchie e si sente una regina. Ancora non sa che le vespe ricompensano i fichi con la vita. _____ "Pensa alle cose belle" Un bacio sulla fronte e la pioggia sulla grondaia. Piccola carpa koi, drago bianco volante. "Sono tutte belle le creature che dormono". Il caprifico spuntava dal muretto a secco. Cremore di tartaro e cocaina nella credenza in cucina. “Papà ti vuole bene” Lei è riso, granaio, mandorla. Lui balena ferita. Ne

(Redazione) - Dissolvenze - 23 - Antropologia dell’atterraggio

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di Arianna Bonino Erik Bulatov, “Horizon” (1971-72) Ho capito che il famoso pezzo sul concetto di sacro nella storia dell'umanità dalle origini ad oggi, pezzo a cui lavoro mentalmente da almeno dieci anni – dieci anni in cui in effetti non ho trascurato (e in buona fede, forse) di rassicurarmi a più riprese che eravamo quasi a tiro –, è invece, alla fine, un'opera che va oltre la mia portata, e ineluttabilmente. Nel frattempo ho viaggiato molto, notando tutta una serie di ritualità apotropaiche dedicate alla delicatissima fase dei decolli e soprattutto degli atterraggi aerei: coroncine all'Ausiliatrice – sussurrate, con la mano ficcata in tasca dal momento dell'annuncio che “ siete pregati di riposizionare lo schienale in posizione verticale”–,  arpionaggio della mano del 12B – uno sconosciuto, ma che non commetterebbe mai il sacrilegio di respingere l'artigliata, artigliata che a sua volta scarica sul 12C, che, d'altronde, fa la stessa cosa sul bracciolo ester

(Redazione) - Dissolvenze - 23 - Antropologia dell’atterraggio

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A cura di Arianna Bonino Erik Bulatov, “Horizon” (1971-72) Ho capito che il famoso pezzo sul concetto di sacro nella storia dell'umanità dalle origini ad oggi, pezzo a cui lavoro mentalmente da almeno dieci anni – dieci anni in cui in effetti non ho trascurato (e in buona fede, forse) di rassicurarmi a più riprese che eravamo quasi a tiro –, è invece, alla fine, un'opera che va oltre la mia portata, e ineluttabilmente. Nel frattempo ho viaggiato molto, notando tutta una serie di ritualità apotropaiche dedicate alla delicatissima fase dei decolli e soprattutto degli atterraggi aerei: coroncine all'Ausiliatrice –sussurrate, con la mano ficcata in tasca dal momento dell'annuncio che “ siete pregati di riposizionare lo schienale in posizione verticale”–,  arpionaggio della mano del 12B – uno sconosciuto, ma che non commetterebbe mai il sacrilegio di respingere l'artigliata, artigliata che a sua volta scarica sul 12C, che, d'altronde, fa la stessa cosa sul bracciolo